Segreto bancario: salta intesa, stallo in Ue

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Per la numero uno del Fondo Monetario Internazionale, la crisi dell’euro non è risolta, richiede un’azione preventiva da parte della Bce.

Christine Lagarde ha avvertito i governi dell’Ue che dovranno abbandonare le politiche di austerità e passare a una strategia di investimenti e stimoli fiscali se vorranno alimentare la crescita ed evitare di recare danni duraturi all’economia sottostante.

L’Unione Europea intanto dimostra di non riuscire a trovare la quadra nemmeno su un’intesa che fino a qualche mese fa sembrava in ghiaccio. Potrebbe non essere rispettata, infatti, la scadenza di fine anno entro la quale dovevano essere adottate le nuove misure volte a ridurre l’evasione fiscale e diminuire la segretezza dei conti in banca, attraverso lo scambio di dati, anche automatico.

Il blocco a 27 aveva promesso che avrebbe adottato nel 2013 le norme che avrebbero facilitato la condivisione di informazioni sui conti finanziari. Ma ieri, durante l’ultimo eurogruppo dell’anno, Lussemburgo e Austria si sono opposti.

Le condizioni poste dai due paesi, semi paradisi fiscali, sono che la Commissione Europea, il braccio esecutivo dell’Ue, compia prima qualche passo in avanti nelle negoziazioni con Svizzera, Liechtenstein, Montecarlo, Andorra e San Marino, tutti membri non appartententi all’Unione Europea in cui sono in vigore leggi sui segreti bancari ancora molto rigide.

Christine Lagarde: è prematuro dichiarare finita la crisi del debito, Bce agisca preventivamente.

L’ultima spiaggia per sbloccare lo stallo sarà l’incontro a Bruxelles della fine della prossima settimana. Per varare un provvedimento in materia fiscale è richiesta l’unanimità.

Il nuovo ministro delle finanze del Lussemburgo,Pierre Gramegna, ha precisato che finché non viene trovato un accordo su quei principi, il suo Paese continuerà a bloccare l’accordo sul segreto bancario.

“Anche se qualche progresso incoraggiante è stato fatto, non abbiamo ancora raggiunto la luce alla fine del tunnel”, dice Gramegna.

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