Jasmina Tesanovic è la cofondatrice del progetto “Casa Jasmina”, la prima abitazione interamente arredata con forniture e elettrodomestici connessi alla rete. L’appartamento è affittabile su Airbnb, e gli ospiti stessi (e i loro consumi) vengono analizzati per capire come si vive in un ambiente interamente connesso. Insieme all’astronauta Maurizio Cheli, al CEO di Microsoft Italia Carlo Purassanta e a tanti altri, la moglie dello scrittore di fantascienza Bruce Sterling è una degli innovatori che danno consigli ai giovani startupper che partecipano al “Mentor Game” del Supernova Festival, un incontro tra giovani imprenditori e manager, sviluppatori e ricercatori affermati. Il regolamento è semplice: un massimo di sei giovani imprenditori per “mentore” e un tavolino dove sedersi e discutere. L’obiettivo della serata al grattacielo Intesa San Paolo è chiacchierare, fare rete, e perché no, magari farsi notare da un investitore.
Delicase è una scatola refrigerata contenente ingredienti selezionati portati direttamente a casa del cliente. L’Europa è il mercato di riferimento di questa start up torinese. Alessio Cagna e Miriam Setto sono qui per capire come muoversi fuori dai confini. «In Italia abbiamo i nostri rapporti e il nostro sistema distributivo, ma il labirinto di norme e leggi che regolano il settore alimentare rendono molto difficile il nostro lavoro», spiegano i due imprenditori, viticoltore il primo, manager la seconda. «Ma il loro progetto non si ferma al cibo: vogliamo spingerci nel settore dell’abbigliamento, sempre con una scatola da spedire», racconta Miriam Setto.
«Il miglior consiglio che posso dare a chi vuole mettere in piedi una start up è di fare errori». A causa delle difficoltà linguistiche però, Dave Raynard non è riuscito ad avere contatti approfonditi con i giovani imprenditori. Inglese, ex direttore dei Sony Studios a Londra, Raynard ha una visione positiva del nostro Paese: «Poco tempo fa sono stato in Cina, lì i giovani hanno molti soldi ma poche idee, qui invece è il contrario», ha spiegato. Ma oltre ai progetti servono anche i finanziamenti. Secondo Matteo Dispenza, cofondatore di JoBonobo, il vero problema del nostro Paese è la mancanza di investitori. «Quest’anno le start up hanno raccolto 120 milioni di euro, ma in Francia gli investimenti sono intorno a un miliardo di euro e in Germania sono 5 miliardi», ha spiegato il veterano dell’innovazione torinese, che da 15 anni lavora nel campo dell’editoria digitale.
In Italia, i creatori di Remidi non ci vogliono tornare. Per Alberto Forneris, uno dei soci della startup nata dall’idea di 4 studenti del Politecnico di Torino e un musicista e dj texano , il presente e il futuro sono negli Stati Uniti. «La nostra sede è in Texas, non puntiamo al mercato italiano, ma a quello statunitense». Il Remidi T8 è un guanto dotato di sensori capace di generare suoni dai movimenti della mano. Una tecnologia applicabile in tutti i campi, non solo nella musica, ma anche nel campo della riabilitazione dei pazienti con lesioni cerebrali», ha spiegato Forneris.