Si è definitivamente chiusa l’operazione che ha portato Bper Banca ad acquisire la quota di maggioranza di Banca Carige 
Per l'acquisizione di Banca Carige, Bper ha pagato la cifra simbolica di 1 euro.
Carige aspetta l'arrivo di Bonomi

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Per l’acquisizione di Banca Carige, Bper ha pagato la cifra simbolica di 1 euro.

Con il completamento dell’acquisizione di Carige, Bper, sotto la regia del Gruppo Unipol, si conferma come la più convinta candidata all’edificazione di un terzo grande polo bancario italiano. L’operazione è stata chiusa dopo che l’istituto di credito emiliano ha ottenuto le autorizzazioni di vigilanza della Bce e della Banca d’Italia e l’autorizzazione dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Ora Bper avvierà un’offerta obbligatoria sulla restante quota del 20,582% di Carige a un prezzo a 0,8 euro per azione.

Nell’ambito dell’operazione Bper ha altresì acquisito le obbligazioni subordinate emesse da Banca Carige di proprietà dello Schema volontario per nominali 5 milioni di euro. Il successo dell’operazione è stato «determinato dalla proficua e intensa collaborazione di tutte le parti interessate, nell’interesse strategico del sistema e con l’impegno del Fondo che ha confermato il suo significativo ruolo nell’ambito della gestione delle situazioni di difficoltà delle banche consorziate», spiega il Fitd in una nota.

BPER Banca ha anche sottoscritto con Banco Desio un accordo per la cessione a quest’ultimo di due distinti rami d’azienda composti da sportelli bancari di proprietà di Banco di Sardegna e da 40 sportelli attualmente di proprietà di Banca Carige. L’accordo comprende anche i 5 sportelli oggetto del procedimento autorizzativo AGCM relativo all’acquisizione di Unipol Banca del 2019.

Più nel dettaglio, 43 delle 48 filiali che BPER vende al Banco di Desio per poter portare a compimento l’acquisizione dell’80% di Carige sono dell’istituto ligure. Per quanto riguarda la distribuzione geografica, 19 sono in Liguria, 8 in Sardegna, 7 in Emilia Romagna, 5 nel Lazio e 4 in Toscana.

La cessione dei rami di azienda a Banco Desio si inquadra nell’ambito dell’operazione ed è funzionale a prevenire l’insorgere di problematiche antitrust. Entrambi i rami di azienda includeranno i rispettivi rapporti giuridici e le attività e passività, inclusi i rapporti e i contratti con la clientela e con i dipendenti appartenenti a ciascuno dei due rami di azienda.

L’accordo di cessione prevede un corrispettivo complessivo per i rami di azienda pari a 10 milioni di euro, soggetto ad aggiustamento anche in base alla evoluzione del prodotto bancario lordo di questi rami fino al closing. Quest’ultimo è previsto avvenire, a valle dell’ottenimento delle necessarie autorizzazioni di vigilanza e antitrust, nei primi mesi del 2023.

Nei giorni scorsi, con il passaggio del controllo a Bper, tutti i componenti del consiglio di amministrazione di Carige si sono dimessi con effetto dalla data dell’assemblea ordinaria convocata per il 15 giugno prossimo. La banca guidata da Piero Montani, intanto, mette a punto gli ultimi dettagli per la presentazione del nuovo piano industriale che, con molta probabilità, vedrà le previsioni con la presenza di Carige.

L’acquisizione rappresenta per Bper una «importante operazione con una valenza strategica e industriale», ha evidenziato l’istituto emiliano nei mesi scorsi. Bper Banca, così come previsto nel provvedimento di via libera da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, ha messo in campo anche una serie di misure per evitare problemi sul tema della concorrenza. È stato, infatti, sottoscritto un accordo con Banco di Desio e della Brianza per la cessione di due distinti rami d’azienda composti da 8 sportelli bancari di proprietà di Banco di Sardegna e 40 sportelli attualmente di proprietà di Banca Carige.

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