I tempi effettivi dei pagamenti tra imprese private in Italia si allungano
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Migliorano sensibilmente i ritardi di pagamento dei debiti commerciali da parte della Pubblica Amministrazione. In particolare, per quanto riguarda i pagamenti della Pubblica Amministrazione, la percezione degli operatori è che si siano ridotti gli impedimenti legali.

Sono queste le principali indicazioni che emergono dall’ultimo monitoraggio di Assifact, l’associazione che riunisce gli operatori italiani del factoring, rispetto alla concreta attuazione della Direttiva europea del 2011 contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali. In generale i progressi derivanti dall’attuazione della Direttiva restano tuttavia mediamente modesti in tutti gli Stati membri.

Assifact effettua le rilevazioni ogni sei mesi. Il monitoraggio ha carattere qualitativo, non quantitativo. L’obiettivo è raccogliere e confrontare le percezioni degli associati, verificando in quale misura le disposizioni più innovative della normativa europea vengano inserite nei contratti tra le imprese e se in generale la situazione tenda a migliorare nel tempo.

Gli operatori italiani del factoring valutano che ci sia un miglioramento nell’implementazione delle disposizioni della Direttiva. Quanto ai tempi di pagamento tra imprese, la percezione è di un peggioramento rispetto alla rilevazione precedente, anche se risulta in netto miglioramento il giudizio sull’effettivo incasso degli interessi di mora. Resta invece negativa la valutazione dell’efficacia delle misure sul rimborso dei costi di recupero e i risarcimenti dei danni.

Per la Pubblica Amministrazione la valutazione è positiva sull’efficacia della Direttiva nel ridurre i ritardi di pagamento, così come si registra una marcata riduzione nella percezione dell’esistenza di impedimenti di legge al pagamento da parte delle amministrazioni pubbliche dei debiti di fornitura.

 

Nella sua ultima relazione ufficiale la Commissione Europea ha sottolineato che i tempi medi pagamento nell’Unione Europea si stanno riducendo lentamente, sia nel settore pubblico sia in quello privato. In più della metà degli Stati membri risulta che gli enti pubblici non hanno ancora iniziato a rispettare il termine di 30 giorni imposto dalla legge. Nel settore privato circa metà dei creditori, pur consapevoli dei propri diritti, rinuncia ad applicare gli interessi di mora e a chiedere il risarcimento dei costi di recupero per il timore di danneggiare i rapporti commerciali. Per lo stesso motivo tante piccole e medie imprese accettano l’imposizione di lunghi termini di pagamento da parte delle imprese più grandi.

I progressi risultano quindi modesti. La Commissione raccomanda tuttavia di mantenere la Direttiva nella sua forma attuale, dandole tempo perché faccia sentire i suoi effetti, e suggerisce agli Stati membri di monitorare regolarmente i passi avanti compiuti, mantenendo la questione dei ritardi di pagamento al centro dell’agenda politica. La Commissione invita gli Stati membri ad attuare iniziative di sostegno come i codici di pagamento rapido, la mediazione, gli incentivi per la puntualità dei pagamenti.

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