Perdite per 34 milioni e 3 miliardi in meno di raccolta. «Questo dato risente del difficile momento reputazionale della banca», dice l’ad Cristiano Carrus, «la riuscita dell’aumento di capitale e l’approdo in Borsa segneranno la svolta». Le perdite sono segnate anche da svalutazioni del portafoglio immobiliare e finanziario, nonché dagli oneri per gli incentivi all’esodo e oneri annuali anticipati al primo trimestre.
Carrus sottolinea alcuni fattori positivi: «migliorano le voci che mi interessano in prospettiva. A cominciare dalla posizione di liquidità, l’lcr (liquidity coverage ratio), che passa al 78% dal 53% di fine 2015». La copertura sul totale dei crediti deteriorati cresce di 30 punti al 35,6%. L’ad intende inoltre «procedere con l’aumento di capitale da 1 miliardo senza ricorrere al sostegno del fondo Atlante, anche se la situazione andrà nuovamente valutata tra qualche settimana».