Truffa e usura nei contratti di leasing Hypo Alpe Adria
L’AustriachiudeirubinettiaHypoAlpe Adria Bank

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Dalle indagini della Gdf di Udine, disposte anche in seguito a denunce per truffa e usura, presentate ancora nel 2013, sui finanziamenti della Hypo Alpe Adria Bank, la cui sede è a Tavagnacco (in provincia di Udine) ed a servizi giornalistici sulle “anomalie” dei leasing relativi a beni mobili e soprattutto immobili, era emerso che il software per il calcolo degli interessi sulle rate di questi contratti, a partire dal 2004 e fino al 2013, era stato truccato dai dirigenti della banca, aumentando gli interessi dovuti in caso di aggiornamento dell’indicizzazione a favore della banca, mentre nel caso di una riduzione il risparmio del cliente era ridotto; i clienti che protestavano venivano rimborsati, senza però che ne restasse traccia negli uffici della banca.

 

E’ noto poi che nel marzo 2014, alle Procure di Asti e di Udine, è stato denunciato, per usura, un contratto di leasing immobiliare della Hypo; il reato, secondo le persone offese è causato (anche) dalle modalità di indicizzazione dei canoni periodici, collegata al cambio di una valuta di riferimento; queste modalità, in ogni caso, secondo i clienti, determinano l’indeterminatezza del tasso realmente praticato.

 

I leasing immobiliari della Hypo hanno avuto una larga diffusione tra gli imprenditori del Nord Italia, per le loro condizioni apparentemente favorevoli perché il tasso, essendo relativo ad una valuta diversa, era di norma inferiore ai concorrenti (sono stati stipulati oltre 50mila contratti di leasing); ciò considerato la magistratura ha indagato gli amministratori e i dirigenti della banca per il reato di associazione a delinquere finalizzata alla truffa (da almeno 88 milioni di euro!).

 

E’ meno noto però che le autorità giudiziarie, per i responsabili, hanno ipotizzato non solo questa fattispecie, ma anche il reato di usura, come risulta dalla relazione al bilancio 2012 della Hypo Alpe Adria (approvato, a causa dell’inchiesta, a fine giugno 2013), in cui si dà atto che il 25 giugno 2013, è stata effettuata una perquisizione nella sede della direzione generale della banca, in quanto nei confronti dell’amministratore delegato e direttore generale (Di Tommaso), dei tre vice direttori e del dirigente del “legal service” (Bellogi), sono per l’appunto in corso indagini per i reati di associazione a delinquere (art. 416 c.p.), truffa (art. 640 c.p.) ed usura (art. 644 c.p.).

 

In seguito ai controlli della Banca d’Italia, successivi però all’ennesimo scandalo finanziario non scoperto dall’organo competente (more solito), questi dirigenti sono stati pesantemente sanzionati, insieme agli amministratori e agli organi di vigilanza della banca (collegio sindacale) con una multa da 2,5 milioni di euro.

 

E’ da sottolineare che, nella relazione al bilancio 2012, gli stessi amministratori della Hypo, espressamente, ammettono che “è stata accertata la presenza di interessi illecitamente computati nei contratti di leasing a canoni indicizzati”, causata da “manipolazioni del sistema informatico effettuate da soggetti operanti nella banca” attraverso il programma denominato Nsl, di cui il l’a.d./d.g. (Di Tommaso) aveva deciso l’acquisto.

 

Nell’avviso di fine indagini (ottobre 2014), relativamente all’associazione a delinquere e alla truffa, la Procura di Udine (dr.sse De Franceschi e Loffredo), ha precisato che i contratti alterati sono stati almeno 54.568 per i quali la banca ha già rimborsato 88milioni di euro, l’intera somma “truffata”, secondo i calcoli della stessa banca (mediamente intorno ai dieci euro per rata); e che per un vicedirettore è stata accertata l’estraneità ai fatti, mentre sono da includere come responsabili anche tre alti funzionari della banca, tra cui il direttore commerciale della rete agenti leasing, nonché direttore generale di Hypo Alpe Adria Finance srl (Micalich).

 

Nonostante gli accertamenti dell’attività illecita della banca, però le esecuzioni per la riconsegna degli immobili concessi in leasing e/o per il pagamento delle rate insolute nei confronti dei clienti (truffati ma) morosi, in alcuni casi, continuano e in altri casi, i giudici respingono, con gravi perdite per il cliente, le cause intentate da chi è stato convinto, dai soliti “imbonitori” dell’usura, che il diritto al rimborso per i leasing Hypo è “matematico”, senza tener conto dell’eventuale (e già avvenuto) rimborso, calcolato dalla stessa banca o di altri fattori rilevanti per una causa (come, ad es., una perizia non superficiale).

 

Le indagini sul reato di associazione a delinquere finalizzata alla truffa si sono infine concluse nell’agosto del 2015 con la richiesta di rinvio a giudizio di sette persone (l’a.d./d.g. ed altri sei dirigenti) e della stessa banca ex legge 231 e con la comunicazione dell’udienza preliminare a (sole) 56 parti offese, mentre per il reato usura, i magistrati inquirenti hanno proposto al GIP l’archiviazione perché, ad avviso del consulente della procura (dr. Miani), che però si è basato solo su dati forniti dalla banca per la sua relazione, non si ha mai il supero del tasso “soglia”.

 

Per quanto noto, almeno una parte offesa si è opposta, facendo rilevare che due c.t.u. nel Tribunale di Belluno, in sede di ATP ex 696 bis (in contraddittorio con Hypo), avevano accertato che il tasso (annuo) effettivo globale (T[A]EG) dei contratti di leasing esaminati era superiore al tasso soglia alla stipula, includendo nel calcolo anche costi non considerati dal consulente della procura, come quelli relativi a fideiussioni e clausola cambio.

 

Il processo per la truffa è invece iniziato nell’autunno del 2015, con un problema relativo alla costituzione delle parti civili che, secondo la procura erano solo una cinquantina (e non tutte intendevano costituirsi), mentre all’udienza preliminare se ne sono presentate un’altra quarantina, in particolare da Bergamo e Brescia, che sono state ammesse dal GUP (dr. Florit) il quale, successivamente, ha anche respinto la richiesta di patteggiamento di due imputati (l’a.d./d.g. Di Tomaso ed il vice Ballerino).

 

A fine gennaio 2016 il GUP ha deciso per il rinvio a giudizio di tutti gli imputati; le parti civili hanno tempo per costituirsi fino entro il 19 luglio 2016, giorno in cui inizierà il processo; curiosamente Hypo Bank figura tra le persone offese (dal comportamento dei suoi dirigenti), nonostante sia già stata condannata per il reato di truffa, in quanto il GUP ha accolto la sua richiesta di patteggiamento per la responsabilità ex legge 231, senza rinviarla a giudizio ,visto che ha rimborsato (forfettariamente) i clienti truffati.

 

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3 commenti

  • Anonimo ha detto:

    Buongiorno, mi soffermo sulla frase ” i giudici respingono, con gravi perdite per i clienti” ebbene appartano al gruppo dei truffati e con una ditta in liquidazione con gravi debiti grazie alla chiusura di rientro immediato da parte di alcuni istituti di credito con cui da anni collaboravo!!!! il motivo!? segnalata dalla stessa HYPO ALPE ADRIA in banca d’ Italia come mal pagatrice!!!!! canoni regolari sempre e ft di indicizzazione alcune saltate quindi un ipotetico debito; debito oscillante a secondo dei tassi in vigore, i signori in giacca e cravatta “gentilmente definiti” hanno adottato un sistema sottovalutato da tutti ma, fatto presente negli atti depositati dalla sottoscritta. segnalarmi come debitrice sui cannoni piuttosto che su ft di indicizzazione che, con nota di credito poteva andare a deconto.. ma cosi facendo piovevano ft di mora d’ interessi su un canone scaduto “strategia di nuove entrate economiche” io mensilmente mandavo ft di cannone per veridicità di pagamento alla sede di Udine ma, niente cambiava anzi, la beffa? fatture di mora su mora “!!! fatture di pagamento morose con ulteriore mora d interessi!!!! ecco cosi ho accumulato i miei debiti tra indicizzazione e mora d interessi!!!! parliamo anche delle spese bancarie che, mensilmente applicavano su ogni operazione solo perché agganciato a un rid ? documentabili e depositati sempre negli atti, nello stesso mese ricevevo 3 ft distinte per ogni leasing stipulato, i costi indipendentemente dal valore finanziato andava da dieci euro a 25 euro di spese bancarie!!!! avrei altro da replicare ma, credo sia sufficiente cosi per far riflettere tutti coloro che dicono una media di solo dieci euro a canone truffato!!!!! la mia rabbia è immensa !!! mi hanno negato la possibilità di vivere come cittadina onesta facendo cadere sul mio capo debiti che non mi appartenevano perché inventati dai loro sistemi truccati!!!!!!!!!!!!
    trasparenza bancaria evviva ma soprattutto grazie a nome di tutti noi clienti onesti e uccisi moralmente, una preghiera per coloro imprenditori che, si sono tolti la vita dalla disperazione.

  • Anonimo ha detto:

    Buongiorno, il processo, ai vertici della Hypo Alpe Adria Bnk SpA, per truffa e associazione a delinquere è iniziato il 19 luglio 2016, NESSUN giornale o sito web ha riportato la notizia, né a livello locale né nazionale. La prossima udienza è stata fissata per il 05 dicembre alle ore 9,00 sempre presso il tribunale di Udine, Le parti civili potranno costituirsi fino al 5 dicembre prossimo. Perché NESSUNO ne dà notizia? Eppure è la truffa più grande del dopoguerra e coinvolge migliaia di imprese e cittadini!
    La banca ha radici austriache, ma l’insabbiamento è tutto italiano!

  • Anonimo ha detto:

    Ormai sono state pubblicate parecchie sentenze del tribuale di Udine ed in tutte ha Hypo ha perso. Questi contratti hanno numeroso profili di illegalità, ne cito due tra tutte
    1) il non rispetto del TUF per la presenza del derivato IRS in valuta svizzera, ub sunto Hypo Bank non poteva far sottoscrivere contratti di questo tipo a persone non abilitate dalla Consob alle operazioni ad alto rischio sui derivati, ma soprattutto non informate con la documentazione informativa.
    2) Il secondo è l’indeterminabilità della modalità di calcolo delle indicizzazioni in valuta, nei contratti non si evincono le basi e modalità di calcolo di queste indicizzazioni, il cliente quindi non può varificare o far verificare se gli importi addebitatigli o accreditatigli sianocorrispondenti al vero.
    Nonostante le sentenze a favore dei clienti si stiano accumulando, Hypo, non sta ratificando quando stabilito dai giudici i 60.000 contratti come questo, non sta provvedendo a rimetterli a norma di legge, ne tanto meno a farne i rimborsi (altro che 10 euro,si parla di diecine, se non centinaia di migliaia di euro “rubati”).
    Il tutto nel TOTALE SILENZIO DEI MEDIA.

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