Turismo: boom del fenomeno “home restaurant”
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L’idea è al contempo semplice e rivoluzionaria: fare della propria casa un hotel a 360 gradi sulla scia di chi, lanciando Uber, ha fatto della propria auto un taxi a disposizione di tutti. Una novità assoluta, pensata e realizzata da Gaetano Campolo, 31 anni cuoco di Reggio Calabria, che ha trasformato tutto questo in un business, dando vita alla piattaforma on line www.homerestauranthotel.it. Basta iscriversi, fornire le proprie indicazioni e dare il via al primo hotel “fatto in casa”. In pratica una sorta di bed&breakfast esteso anche a pranzo e cena. Anche nelle zone in cui non vengono rilasciate autorizzazioni dal Comune per l’apertura di attività alberghiere. E ovviamente nella piena legalità. Secondo le stime elaborate dal sito , nel 2018 oltre 2 milioni di connazionali potranno fruire dell’inedito servizio già molto diffuso all’estero. “Finalmente chiunque può aprire in tutta tranquillità un Home restaurant con b&b, cioè un home restaurant hotel. La piattaforma offre anche la possibilità di iscriversi come cuoco a domicilio o solo come home restaurant o solo come b&b” – spiega Campolo –. Il fine comune, nel pieno rispetto delle normative europee, è quello di offrire opportunità lavorative e aumentare l’offerta turistica, con un occhio di riguardo al Sud Italia. Questa è un’opportunità per il turismo” – aggiunge Gaetano Campolo – “e si potrà aprire anche nelle zone vietate dai comuni alle strutture alberghiere guardando sempre le leggi Regionali sui b&b in caso di commistione. Un’idea imprenditoriale che potrebbe trasformarsi in un’opportunità di lavoro anche per disoccupati e cassaintegrati. Ora tocca alle istituzioni darci gli strumenti per portare avanti l’opera che abbiamo iniziato a Reggio Calabria, portando avanti il vademecum, così da far accedere la startup Home restaurant hotel ai fondi europei: pensiamo che in Francia un’esperienza simile come quella di Vizeat” – ha concluso Gaetano Campolo – “ ha ottenuto fondi per circa 1.2 milioni di euro.” La forza quasi irresistibile dell’offerta proposta da Campolo (con esperienze lavorative a Londra, uno stage al Radisson Blue Hotel di Galzignano Terme (Padova) e un corso di cucina alla Chef Academy a cui ha fatto seguito uno stage alla “Vespasia” a Norcia, promessa stella Michelin, della famiglia Bianconi, Ospitalità Bianconi dal 1860, per arrivare all’alloro di cuoco con una votazione di 90 su 100) è l’attrattività e la facilità con cui un turista può gestire la propria vacanza in piena libertà, godendo delle comodità di un hotel, ma senza le formalità del classico soggiorno, che spesso imbrigliano il turista stesso in orari da rispettare. Una vacanza quindi all’insegna del social eating, un settore di mercato all’interno della sharing economy, l’economia di condivisione, che prevede la preparazione di pasti come pranzi o cene nel proprio domicilio a pagamento con persone sconosciute ed incontrate tramite una piattaforma software on line. Ma Home restaurant hotel è un vantaggio anche per chi, magari in difficoltà con il lavoro, può reinventarsi come albergatore o ristoratore mettendo a disposizione la casa o la propria esperienza. Gli home restaurant di Firenze (il primo è stato aperto da Campolo nel giugno 2015 mettendo a disposizione la suite di un appartamento nel cuore del capoluogo toscano) e Reggio Calabria stanno raccogliendo infatti un enorme consenso tra i gusti degli italiani e dei turisti di tutto il mondo che vengono a visitare i nostri luoghi con il desiderio di confrontarsi soprattutto con la nostra cultura culinaria, la nostra enogastronomia, come la più unica e ricca al mondo.

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