Unicredit e Bpm, buco in vista: cancellati i crediti verso Ligresti

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Banche e gruppo Ligresti si misero d’accordo per creare ipoteche post datate su azioni del gruppo, in modo da mettere gli istituti di credito al riparo dal disastro imminente e fregare i creditori comuni.

È questa, in sintesi, la conclusione cui è giunto il tribunale di Milano che ha approvato lo stato passivo delle due società fallite della galassia ligrestiana, Immco e Sinergia. Pesanti le conseguenze per le banche. I pegni vengono annullati. Nel caso di Immco, la gran parte dei crediti vantati dalle banche vengono declassati da privilegiati a chirografari. Nel secondo, le iscrizioni a passivo vengono addirittura respinte per intero. E non è tutto. La decisione del Tribunale fallimentare viene trasmessa alla Procura della Repubblica, perché il pm Luigi Orsi valuti se incriminare le banche per concorso in bancarotta fraudolenta nell’ambito dell’indagine che vede già coinvolti Salvatore Ligresti e i suoi familiari.
Unicredit e Banca Popolare di Milano sono gli istituti più colpiti dalla decisione del tribunale. Il provvedimento, firmato dal giudice delegato Roberto Fontana, nell’azzerare la richiesta di Unicredit di iscrivere 124 milioni di crediti nel fallimento Sinergia, afferma che «tali pegni solo apparentemente sono contestuali ai finanziamenti erogati alla controllata mentre, in realtà, si presentano come a garanzia di esposizioni preesistenti», e pertanto li esclude in toto, «con ogni riserva di fare valere i profili di responsabilità risarcitorie dell’istituto di credito nel dissesto dell’impresa fallita». Sulla stessa linea, quanto il giudice delegato Luigi D’Aquino scrive nel decreto che declassa a chirografo la gran parte (23,5 milioni su 28) del credito vantato nei confronti di Immco da Popolare Milano e, ancor più pesantemente (141 milioni su 160), da Unicredit: «La garanzia risulterebbe concessa in pregiudizio delle ragioni dei creditori con la consapevolezza di ciò da parte del garantito, gratuitamente beneficiato dall’operazione nel suo complesso, dato che il finanziamento è stato utilizzato per chiudere la pregressa e meno garantita esposizione». Per il Tribunale fallimentare le operazioni sono avvenute nell’ambito di «una più ampia operazione di depauperamento dell’impresa fallita».
Sotto tiro del Tribunale è finita l’operazione di ristrutturazione del debito con cui, nell’agosto 2010, l’esposizione nei confronti delle banche di Sinergia Holding venne trasferita in capo a Immco, «attraverso la cessione dell’intero capitale di Società Agricola Tenuta Cesarina srl» e coperto dalle garanzie ipotecarie che sono state revocate.
Tra queste, un «contratto di finanziamento garantito da ipoteca sulla cosiddetta Area Cerba di complessivi 120 milioni di euro di cui 100 erogati all’istante». All’epoca della ristrutturazione del debito, Unicredit e Bpm erano guidate, rispettivamente, da Alessandro Profumo e Massimo Ponzellini. Entrambi gli istituti di credito hanno già deciso di ricorrere in appello contro la decisione del Tribunale fallimentare.

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