Veneto Banca, la doppia via del piano di rafforzamento

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La cessione dell’intero pacchetto di Banca Intermobiliare e la conversione del soft mandatory convertibile da 350 milioni emesso a inizio anno: è un piano in due mosse quello che il consiglio di amministrazione di Veneto Banca, che si riunirà domani, si prepara a esaminare e a recapitare alla Banca d’Italia in risposta ai rilievi mossi nelle scorse settimane. Eventuali, ulteriori mosse saranno valutate più avanti, vale a dire quando – ragionevolmente alla fine del primo trimestre 2014 – saranno chiuse le prime due operazioni e contabilizzati i due punti e mezzo di Core Tier 1 che dovrebbero portare in dote al gruppo con sede a Montebelluna.
Quest’anno per due volte gli ispettori della Vigilanza hanno passato al setaccio i conti del gruppo, in particolare il portafoglio crediti, e al termine della doppia ispezione i funzionari di Via Nazionale hanno disposto alcuni interventi correttivi al capitolo rettifiche. Come sottolineato nel verbale ispettivo consegnato nelle settimane scorse dalla Banca d’Italia ed esaminato a metà novembre, il gruppo deve consolidarsi dal punto di vista patrimoniale: al momento, il gruppo è intorno al 7% a livello di Core tier 1, un punto sotto alla fatidica soglia dell’8% prevista da Basilea 3 e chiesta anche dalla Vigilanza, perché – è opinione diffusa – è intorno a questo requisito che le singole banche europee si giocheranno la promozione agli esami condotti dalla Bce in vista della vigilanza unica.
Viste le premesse, il piano che domani l’amministratore delegato Vincenzo Consoli presenterà al board è costruito proprio con l’obiettivo di superare la soglia richiesta dalla Vigilanza: è così che Veneto Banca si preparerebbe anzitutto a disfarsi del 71,4% di Banca Intermobiliare, un asset che – considerato l’interesse, soprattutto all’estero, per le società italiane di private banking – non dovrebbe faticare a trovare un compratore; della cessione si occuperà Rotschild, che nei mesi corsi aveva già raccolto l’interesse di Ubs proprio per la boutique torinese e i benefici patrimoniali, comunque inferiori a quelli di cassa, sono stimati in un punto di Core Tier 1 consolidato.
Ma è dal convertibile che dovrebbe arrivare il contributo più sostanzioso. Varato proprio un anno fa proprio per poter disporre di un buffer di capitale pronto per l’uso dopo che nell’aprile 2012 era arrivato il via libera da parte dell’assemblea, il soft mandatory da 350 milioni prevede che dal primo marzo dell’anno prossimo la banca possa esercitare l’opzione di rimborso o conversione anticipata in azioni: domani, è probabile, i consiglieri decideranno di percorrere la seconda strada, che agli obbligazionisti porterà un premio pari al 5% del valore nominale del convertibile sottoscritto e al gruppo un contributo di 140 punti base di Core Tier 1.
Conti alla mano, spiegherà domani Consoli, tra quattro mesi Veneto Banca potrebbe ritrovarsi a quota 9,4%, quindi pienamente “in sicurezza”. Tuttavia nei prossimi mesi di doppia vigilanza, con Bankitalia alle prese con il passaggio di consegne alla Bce, e il duplice passaggio dell’asset quality review e degli stress test, potrebbero servire nuovi correttivi: solo a quel punto, si apprende, potrebbero essere valutate ulteriori operazioni, a partire dalle cessioni di alcune controllate estere. Piuttosto, si apprende, domani potrebbero essere già messe in cantiere altre azioni collaterali, come la cessione di alcuni pacchetti di crediti non performing o di immobili, già allo studio da mesi.

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