Veneto Banca, via all’aumento

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Via libera all’aumento di capitale da 490 milioni di euro per Veneto Banca.

Dopo il cda di ieri, la Popolare di Montebelluna ha reso noto che il documento di registrazione, la nota informativa sugli strumenti finanziari e la nota di sintesi relativi all’offerta agli azionisti e ai titolari di obbligazioni convertibili e alla contestuale offerta al pubblico dell’eventuale inoptato sono disponibili nella sede legale e nelle filiali di Veneto Banca e delle altre banche del Gruppo (nonché nel sito www.venetobanca.it).
L’offerta consiste nell’emissione di 13.865.138 azioni Veneto Banca del valore nominale di 3 euro, al prezzo di 36 euro l’una, l’8,86% in meno del prezzo fissato nella recente assemblea annuale di inizio maggio. Le azioni sono offerte agli azionisti dell’emittente e agli obbligazionisti sulla base del rapporto uno a otto: una azione Veneto Banca per ogni 8 azioni ordinarie detenute e tre azioni Veneto Banca per ogni 20 obbligazioni convertibili detenute. Gli azionisti e gli obbligazionisti che esercitano interamente il diritto di opzione possono esercitare contestualmente il diritto di prelazione, su tutte o parte, le azioni che risulteranno inoptate. Il collocamento delle azioni procede nei tempi fissati e si concluderà il 28 luglio (salvo proroga).
Resta ancora senza acquirenti, invece, la vendita di Bim (Banca Intermobiliare), sulla cui cessione circolava l’ipotesi di un’offerta vincolante da parte della cordata guidata da Pietro d’Aguì con il gruppo finanziario francese Oddo & Cie.
A quasi due mesi dall’assemblea “storica” che ha rinnovato completamente il board dell’istituto trevigiano – come da indicazioni dell’ufficio di Vigilanza della Banca d’Italia – procede, dunque, il riassetto e le operazioni che hanno come obiettivo il rafforzamento della banca e il consolidamento patrimoniale, al fine di mantenere l’autonomia della società.
Vengono per il momento allontanate, infatti, le ipotesi di aggregazioni con altri istituti, mentre, dopo l’incontro del 17 maggio, sembrano “congelate” le relazioni con la Banca d’Italia, anche se continua a pesare l’atteggiamento critico di via Nazionale nei confronti del “caso Vincenzo Consoli”. All’ex amministratore delegato del gruppo e ora direttore generale (ma con deleghe decisive) è stato concesso un contratto biennale che Banca d’Italia mal digerisce, nonostante la notizia che il nuova cda – formato da imprenditori, professori universitari e professionisti del territorio – stia pensando ad un condirettore generale o ad un cfo.
Veneto Banca ha chiuso il 2013 con un prodotto bancario lordo di 79,1 miliardi, un margine di intermediazione di 1,068 miliardi, una copertura delle sofferenze al 7,42%, un patrimonio di 2,98 miliardi.

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