Il gruppo di Zara aveva sospeso le attività commerciali di oltre 500 punti vendita che possedeva in Russia a partire dallo scorso 5 marzo, pochi giorni dopo l’invasione dell’Ucraina e l’inizio del conflitto. Secondo la nota del gigante dell’abbigliamento, l’accordo prevede anche la cessione «della maggioranza dei locali che attualmente sono occupati dai suoi negozi non solo di Zara, ma di tutti gli altri marchi quali Zara Home, Bershka, Oysho, Stradivarius, Pull&Bear e Massimo Duti: una circostanza fondamentale che permetterà a una parte sostanziale di dipendenti assunti da Inditex di «preservare dei posti di lavoro» nel Paese. Tuttavia, nella nota, la multinazionale spagnola non ha escluso un ritorno futuro sul mercato di Mosca, qualora «ce ne siano le condizioni».
Gli acquirenti
L’acquirente è Daher, un gruppo attivo nel settore immobiliare che ha origine negli Emirati Arabi Uniti. Uno dei pochi Paesi, insieme ad alcune nazioni del Golfo Persico e l’Asia, con cui la Russia porta avanti un’alleanza e che incoraggia a fare affari dentro ai propri confini, anche per far fronte alle molte aziende occidentali, anche multinazionali importanti, che hanno abbandonato Mosca per contestare la decisione di invadere l’Ucrainae per sfuggire alle sanzioni che gli stessi Paesi occidentali hanno applicato al sistema bancario ed economico del Cremlino. Rimanendo nell’ambito dell’abbigliamento, anche il rivenditore spagnolo Mango ha di recente confermato di essere in trattativa con dei partner del luogo per cedere in maniera definitiva le attività, che già ha temporaneamente interrotto a marzo.