Il 2016 è stato ricco di eventi eccezionali ed imprevisti
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Ciononostante l’anno si è chiuso molto bene, e le azioni globali sono salite all’incirca del 12% in euro. Tra i vincitori troviamo il petrolio, le obbligazioni high yield USA, così come i mercati emergenti, le azioni USA ed i titoli legati all’oro.

L’anno ha avuto due fasi distinte. Il primo semestre ha seguito il trend degli ultimi 5 anni. Crescita debole, bassa iinflazione e tassi di interesse estremamente bassi. I mercati hanno subito 3 shock importanti. Timori per la crescita in Cina, forte calo dei prezzi del petrolio e ovviamente Brexit. Risultato: le azioni dei settori difensivi hanno riportato delle buone performance. In questo contesto, le banche centrali sono state di supporto spingendo i tassi di interesse a livelli molto bassi, o persino negativi.

La seconda metà dell’anno ha visto una dinamica più positiva a partire dal mese di settembre. Questo grazie alla stabilizzazione in Cina, al forte rimbalzo dei pressi del petrolio, e infine al miglioramento degli indicatori economici. Dato il miglioramento delle condizioni, i mercati hanno quindi iniziato ad anticipare che le banche centrali non andranno oltre nelle misure accomodanti. Con l’elezione di Donald Trump l’aumento dei tassi d’interesse ha accelerato. I mercati hanno anticipato un aumento dell’inflazione e della crescita grazie alle promesse di tagli fiscali e degli stimoli di bilancio.

I tassi d’interesse sono saliti ed i mercati hanno privilegiate le azioni, che hanno registrato un forte rally rispetto alle obbligazioni. Nei mercati azionari si è osservata una rotazione dai settori difenzivi a quelli ciclici. La Federal Reserve, infine, ha alzato i tassi di interesse, ed mercato ha chiuso il 2016 con grande ottimismo.

Per il 2017 ci sono 2 domande chiave. I tagli fiscali sostituiranno i bassi tassi d’interesse come stimolo economico? E le conseguenze non ancora percepite delle scorse politiche negli stati uniti e in europa sono semplicemente rinviate? E’ ancora troppo presto per sapere esattamente cosa farà la nuova amministrazione americana. Ma si può già dire che Donald Trump segna una svolta nella politica economica globale.

Quindi, qual’è il nostro punto sui mercati? Il 2017 vedrà più volatilità, in particolare sulle valute. Con un dollaro forte a causa della divergenza nelle politiche monetarie tra gli Stati Uniti ed il resto del mondo. Tuttavia, gli aumenti dei tassi di interesse rimarranno limitati nel medio termine a causa di fattori strutturali, quali l’andamento demografico, il livello del debito e il progresso tecnologico.

Pertanto restiamo positivi sugli attivi rischiosi. Ciononostante, nel breve periodo le aspettative del mercato rimangono piuttosto elevate, date le incertezze negli Stati Uniti, ed i rischi politici in Europa.

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