A Milano arriva lo studentato diffuso low cost per i primi 600 universitari
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Tra i dossier dell’assessorato alla Casa di Milano c’è anche un altro tema strettamente connesso: gli affitti per gli studenti. I posti letto ormai a Milano sono arrivati alle stelle: per potersi permettere una stanza singola bisogna mettere a budget 620 euro di media, mentre per un posto letto in doppia ne servono circa la metà (secondo quanto emerge da una ricerca del centro studi di Immobiliare.it).

Stanze da 250 euro al mese

L’idea a cui sta lavorando Palazzo Marino è di mettere a bando le case popolari sfitte, dopo una riqualificazione, proprio per gli studenti, garantendo prezzi più accessibili e calcolati in base al reddito. Sarà una sorta di “studentato diffuso”, così lo chiama l’assessore alla Casa e al Piano quartiere Pierfrancesco Maran. Si partirà quanto prima con le prime 300 case, per 600 studenti, che potranno accedere ad una stanza pagando dai 250 ai 350 euro, in base all’Isee. Una cifra molto più bassa rispetto agli studentati gestiti dai privati, che già ci sono o che verranno costruiti (sfruttando anche il Pnrr).

Milano, Rotelli “Vecchio ospedale Galeazzi diventerà uno studentato”

Le università oggi offrono possibilità miste: o a pagamento completo (intorno ai 7-800 per una singola) o con una riduzione in base al merito e al reddito familiare. Gli studentati privati in fase di costruzione – come quello che verrà realizzato da Coima a Porta Romana a seguito delle Olimpiadi invernali 2026 (trasformando il villaggio olimpico), o come quello immaginato al posto del vecchio ospedale Galeazzi di Bruzzano dal gruppo San Donato – avranno cifre che oscilleranno tra i 700 e mille euro per una stanza singola da circa 20-30 metri quadrati. Con qualche forma di convenzione pubblica si potrà scendere a 600 euro, non oltre. Non proprio cifre che risolvono il caro affitti per gli studenti, evidentemente. Sono stati tuttavia salutati come progetti necessari perché in Italia di studentati ce ne sono ancora pochi e la presenza del privato almeno garantisce velocità nella realizzazione.

I fondi per 660 milioni

A maggio un emendamento al dl Pa ha sbloccato 660 milioni di fondi pubblici (di cui un terzo andrebbe a Milano) per «l’acquisizione della disponibilità di nuovi posti letto presso alloggi o residenze per studenti delle istituzioni della formazione superiore». È arrivato dopo un’interlocuzione con la Commissione europea che ha consentito di escludere la natura di aiuti di Stato.

Questi fondi pubblici, pensati per realizzare 45mila posti letto in tutta Italia, aiutano ad abbassare le tariffe di almeno il 15% dei privati, ma questi ultimi devono comunque pianificare un rientro degli investimenti, peraltro appesantiti dal caro energia. È chiaro che si tratta di una gestione emergenziale del problema, senza vera capacità di rispondere ai bisogni di studenti con redditi medi e bassi. Proprio per questo Palazzo Marino vorrebbe provare a realizzare questo nuovo progetto sfruttando le case popolari sfitte. Per ottenere fondi per le ristrutturazioni (mediamente 30mila euro per appartamento) è partito il dialogo con il ministero dell’Istruzione.

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