«Abs, la Bce non diventerà una bad bank»

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Gli acquisti di titoli cartolarizzati (Abs), che fanno parte del piano della Banca centrale europea per rilanciare il credito ed evitare stagnazione e deflazione nell’eurozona, non trasformeranno la Bce in una “bad bank”. Benoit Cœuré, il membro del comitato esecutivo dell’Eurotower responsabile dei mercati finanziari, ha cercato di placare le polemiche sollevate, soprattutto in Germania, dall’annuncio della settimana scorsa, secondo cui la Bce comincerà ad acquistare Abs nel mese di ottobre. «Fisseremo criteri di rischio molto severi – ha detto Cœuré a una conferenza a Milano – acquisteremo solo tranche senior o mezzanine (rispettivamente quelle meno rischiose e di rischio intermedio Ndr), queste ultime se coperte da garanzia. I rischi che prenderemo saranno molto limitati». Il presidente della Bce, Mario Draghi, ha ricordato che in Europa solo lo 0,12% dei mutui per la casa cartolarizzati (Rmbs) è entrato in default durante la crisi, contro il 22% negli Stati Uniti e anche i titoli basati su crediti al consumo e quelli garantiti da prestiti (Clo) alle Pmi sono rimasti sotto l’1%.

Cœuré ha confermato le affermazioni del suo collega Peter Praet, in un colloquio pubblicato sul Sole-24 Ore di ieri, secondo cui l’obiettivo della Bce è sbloccare il credito nell’Eurozona, attraverso i due strumenti delle forniture di liquidità alle banche condizionate alla concessione di prestiti all’economia reale (Tltro) e gli acquisti di Abs e covered bond (obbligazioni bancarie garantite).
Nell’annunciare il programma di acquisto di Abs, il presidente della Bce, Mario Draghi, aveva dichiarato la settimana scorsa che le operazioni sarebbero state allargate alla tranche mezzanina solo in presenza di garanzie pubbliche. In un documento franco-tedesco preparato in vista delle riunioni europee di oggi e domani a Milano, questa eventualità viene pressoché scartata. Ciò non bloccherà il piano della Bce, ha precisato il consigliere francese dell’Eurotower, che parteciperà con Draghi all’incontro dell’eurogruppo. «Le garanzie pubbliche – ha dichiarato – non sono necessarie per l’attuazione del programma di acquisti e per ottenere il nostro obiettivo di politica monetaria. L’acquisto delle tranche mezzanine è solo un’opzione. Tuttavia, le garanzie pubbliche possono essere utili per sostenere lo sviluppo del mercato. La ragione per cui il mercato Usa è ampio e profondo è lo sponsor pubblico: non è quindi una questione che riguarda la politica monetaria della Bce, ma sono la Commissione europea e i Governi a dover decidere in che direzione vogliono muoversi». Molti osservatori di mercato non sono convinti che le operazioni annunciate saranno sufficienti a rilanciare crescita e inflazione.
Cœuré non si è nascosto che sono necessari progressi sul fronte della regolamentazione per far ripartire il mercato degli Abs, un elemento già rilevato da un paper su questo tema redatto dalla Bce e dalla Bank of England, che hanno preso l’iniziativa di favorire delle modifiche a livello internazionale. Oggi le cartolarizzazioni sono molto penalizzate dai requisiti di capitale sia per le banche, sia per le compagnie di assicurazione, che sono fra i più importanti investitori in questi titoli. L’Eiopa, l’organismo europeo di controllo su assicurazioni e fondi pensione, ha già proposto di abbassarli, ma secondo Eurofi, il think-tank francese che ha promosso la conferenza di ieri a Milano e che ha presentato alcune raccomandazioni sul tema, non è abbastanza. Eurofi suggerisce inoltre di creare una categoria di titoli di alta qualità (basati sui prestiti a piccole e medie imprese che abbiano un tasso di insolvenza a tre anni inferiore allo 0,4%) per rassicurare gli investitori, Bce compresa, e ricevere un trattamento regolamentare più favorevole.

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