Fiaip: nuovi provvedimenti peggioreranno mercato creditizio

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Per effetto del secondo correttivo al D.Lgs. n. 141 del 2010, recante attuazione della direttiva 2008/48/CE relativa ai contratti di credito ai consumatori, nonché modifiche del Titolo V del T.U. bancario sulla disciplina dei soggetti operanti nel settore finanziario e dei mediatori creditizi, da Novembre agli agenti immobiliari sarà impedito segnalare mutui bancari in via accessoria e strumentale all’attività di mediazione immobiliare. Duro il commento della Fiaip secondo cui il provvedimento danneggerà il mercato immobiliare e comporterà un rallentamento delle compravendite nel nostro Paese.

“Riteniamo che il decreto che è stato approvato in via definitiva in Consiglio dei Ministri contieneprovvedimenti utili per lo sviluppo del credito al consumo che regolamenteranno finalmente un settore e daranno più trasparenza e sicurezza nell’accesso al credito ai consumatori” fanno sapere dalla Fiaip sottolineando che, tuttavi il secondo correttivo “rallenterà le stesse compravendite in Italia interrompendo l’interdipendenza tra il settore creditizio e quello immobiliare, senza tutelare al meglio l’articolazione dell’offerta creditizia per il consumatore e stimolare – come vorrebbe la Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali –  la  stessa concorrenza tra operatori del credito in Italia”.

I mutui ipotecari delle famiglie italiane nei primi otto mesi del 2012 hanno fatto registrare un calo sostanziale rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: un calo che per Fiaip conferma la crisi del mercato creditizio e che si riflette direttamente sull’accesso al credito  per l’acquisto immobiliare. Oggi, ricorda Fiaip, peggiora il clima di fiducia delle famiglie, diminuisce la domanda di mutui e si contrae il numero delle compravendite in Italia (il 75%  delle quali nel nostro Paese avviene attraverso l’accesso al credito).

 

Il rischio, ribadisce la Fiaip, sarà quello di danneggiare l’intero comparto immobiliare,  che  oggi rappresenta il 20% del Pil, come ha ricordato lo stesso Presidente del Consiglio Mario Monti, rallentando così le stesse  compravendite in Italia.

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  • Antonio Lauriola ha detto:

    Favorire la crescita, lo sviluppo dell’Edilizia in Italia.
    In Italia esiste liquidità che molti privati vogliono riversare sul mattone, da sempre amato più di ogni altro investimento, ma del mercato italiano non ci si fida proprio. Innanzitutto perchè, anche se le quotazioni sono diventate appetibili, il privato si aspetta ancora un ridimensionamento dei valori (parliamo del residenziali come investimento o anche solo come rifugio) come confermano gli ultimi dati di Confindustria. Se poi bisogna investire in commerciale, uffici o industriale ci vuole molta lungimiranza o fiducia vista la situazione economica tutt’altro che favorevole con consumi in costante declino e redditi da locazione sempre più incerti. In secondo luogo non si compra in Italia perchè la tassazione è diventata sempre più pesante ed anche in ottica di puro investimento di lungo periodo, non conviene più. Certo è che al momento il nostro mercato non è attrattivo (a parte qualche occasionale asset di pregio che qualche operatore riesce ad accaparrarsi a condizioni di sconto) e neppure le tanto annunciate dismissioni pubbliche hanno risvegliato l’interesse degli investitori globali. I nostri interlocutori stranieri confermano che è scemato l’interesse da parte dei grandi gruppi di investimento verso l’Italia, così come calerà nel 2012 il fatturato complessivo del mercato commerciale in Italia. Loro, i gruppi internazionali, di aspettare non hanno proprio voglia e siccome devono investire fanno proprio come i nostri privati, se ne vanno a Londra. Più che annunciare dismissioni prossime future sarebbe ora di fare qualcosa di concreto per defiscalizzare l’investimento immobiliare nel nostro paese o perlomeno eliminare i troppi balzelli che gravano sulle transazioni immobiliari.
    Le famiglie italiane possono vantare un livello di indebitamento tra i più bassi del mondo.
    Questa caratteristica dimostra una solidità patrimoniale a cui il sistema finanziario dovrebbe guardare con favore, la stabilità delle quotazioni immobiliari permette alle famiglie di mantenerne intatto il valore, svolgendo, anche, una funzione di sostegno ai consumi.
    Per questo motivo, la tenuta dei prezzi delle abitazioni può risultare un fattore stabilizzante del ciclo economico, qualsiasi previsione sull’andamento dei prezzi delle abitazioni deve necessariamente tenere conto della struttura del mercato delle compravendite e degli effetti che tale riduzione può recare sistema economico generale. Di fronte a tale scenario, una eventuale ulteriore riduzione dei prezzi, generalizzata e non selettiva, potrebbe non essere risolutiva per una ripresa delle compravendite e ostacolare, addirittura, il processo di innovazione avviato da una parte significativa di imprese, che ha portato in pochi anni ad un notevole miglioramento qualitativo del costruito, dal punto di vista energetico, acustico e antisismico. Evocare scenari di bolle immobiliari nel contesto nazionale italiano, quindi, può determinare processi che si autorealizzano, provocando effetti devastanti non solo nel settore immobiliare, ma nell’intero sistema economico. Appare necessario, quindi, più che impegnarsi in previsioni allarmistiche, individuare proposte realizzabili per sostenere il settore e per tale via, sfruttare le potenzialità di traino del comparto immobiliare sull’intera economia.
    Tra queste, ad esempio: la riattivazione del circuito finanziario per l’acquisto delle abitazioni, anche attraverso un fondo di garanzia dello Stato per l’erogazione dei mutui alle famiglie.
    Lo Stato potrebbe creare un fondo immobiliare che presenta finalità di interesse pubblico e sociale, di garanzia, non speculativo. Per i costruttori, per smaltire l’invenduto. L’iniziativa è orientata ad acquisire dal mercato immobiliare pubblico e/o privato la segnalazione di opportunità rappresentate da soggetti interessati alla vendita e/o all’apporto di immobili funzionali. Potrebbe destinare l’invenduto Housing Sociale, gli immobili realizzati: soggetti a vincoli alla locazione a lungo termine ma a condizioni economiche vantaggiose rispetto a quelle prevalenti sul mercato libero. Un modello in grado di rispondere al problema abitativo di quella fascia intermedia del mercato troppo ricca per accedere all’edilizia residenziale pubblica e troppo povera per permettersi un appartamento a condizioni di mercato, sostenere iniziative abitative socialmente orientate e rivolte in via preferenziale a studenti, anziani, famiglie monoreddito, immigrati e altri soggetti in condizione di debolezza o di svantaggio, di rispondere alla chiamata del piano Nazionale di Edilizia Abitativa (cosiddetto Piano Casa Nazionale – DPCM 16 luglio 2009), avvalendosi di modalità organizzative che assicurino il massimo grado di trasparenza e di garanzia per i propri investimenti.
    Detrazioni per interventi di ristrutturazione e di efficientamento energetico
    1. Per le spese documentate, sostenute dalla data di entrata in vigore del presente decreto e fino al 30 giugno 2013, relative agli interventi una detrazione dall’imposta lorda pari al 50 per cento, fino ad un ammontare complessivo delle stesse non superiore a 96.000 euro per unità immobiliare( prolungare i termini a tre Sistema Immobiliare s.r.l
    anni, estendere il bonus anche per l’ acquisto di abitazioni nuove, soprattutto per quelle a più elevate prestazioni energetiche, acustico e antisismico porterebbe, in pochi anni, ad un notevole miglioramento qualitativo del costruito, con il patrimonio invecchiato che L’Italia si ritrova).
    Sviluppare il capitale umano del settore delle costruzioni. Occorre anticipare la domanda futura del mercato del lavoro, anche attraverso la formazione per migliorare le prospettive occupazionali dei giovani. Serve anche maggior mobilità dei lavoratori, soprattutto nei servizi transfrontalieri. Un’iniziativa a livello europeo – in dialogo con le parti sociali – dovrebbe stimolare uno scambio d’informazioni per meglio prevedere questi bisogni, favorendo l’adattamento dei sistemi di formazione nazionali e una migliore risposta alla domanda di lavoro qualificato e di nuove professionalità legata all’edilizia sostenibile.
    Ritenuta la straordinaria necessità ed urgenza di emanare disposizioni per favorire la crescita, lo sviluppo, nell’attuale situazione di crisi internazionale.

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