Nonostante l’importante correzione dei mercati azionari e obbligazionari e un’inflazione quasi a doppia cifra, i consulenti finanziari sono ottimisti e ritengono che la propria attività nel 2023 godrà di buona salute. È questa la principale evidenza dell’indagine 2022 sui Financial Professionals svolta da Natixis Investment Managers. L’analisi ha coinvolto 1.050 professionisti della finanza in Europa e nel Regno Unito, tra cui gestori patrimoniali, consulenti di investimento registrati, pianificatori finanziari e broker indipendenti.
I principali rischi di mercato
Secondo il sondaggio però molti dovranno percorrere una strada in salita per raggiungere le proprie ambizioni di crescita, adattare le strategie d’investimento e allo stesso tempo gestire le ambiziose aspettative dei clienti. Geopolitica, inflazione e volatilità sono i tre principali rischi di mercato indicati. In particolare, le preoccupazioni per il rischio geopolitico si attestano al 78% in Europa e al 73% in Italia, rispetto a una media globale del 57%. Tra i professionisti italiani, oltre a quelli geopolitici, gli altri rischi riguardano l’inflazione (61%), il rialzo dei tassi (52%) e la volatilità del mercato (41,3%). Preoccupano meno gli aspetti legati ai bassi rendimenti (21,3%), alle valutazioni (19,3%) e alla diffusione di nuove varianti Covid (13,3%).
Guardando ai rischi geopolitici, la guerra in Ucraina ha avuto un impatto significativo sull’inflazione, in un momento in cui l’economia globale era in ripresa post-pandemia e la domanda di energia elevata. Oltre due terzi dei professionisti finanziari in Europa (63%) la considerano un rischio primario per il portafoglio.
Volatilità e performance degli indici
Non passa in secondo piano la volatilità. Più di un terzo degli intervistati in Europa (31%) la considera un rischio fondamentale, con la percentuale che sale al 41,3% in Italia. Tuttavia, pochi pensano che lo scivolamento del mercato continuerà ancora a lungo. In media, i professionisti della finanza in Europa prevedono che la maggior parte dei principali indici registrerà guadagni modesti entro la fine dell’anno. Se però il dato in Europa si attesta al 4,2% per l’S&P 500, la proiezione per i professionisti italiani è più ottimistica raggiungendo il 6,4%.
Per quanto riguarda l’andamento del Ftse Mib i professionisti della finanza nel nostro Paese prevedono guadagni del 3,4%. Un dato interessante è il confronto tra le proiezioni che i consulenti di ogni Paese formulano sulle attese di guadagno del proprio rispettivo indice nazionale rispetto agli omologhi nelle altre aree geografiche. Nello specifico, i professionisti italiani sono tra i meno ottimisti parlando dell’andamento del proprio indice.
I passi da fare nel breve termine
Tuttavia, la messa a punto di nuove strategie possono aiutare in questa fase. Marco Barindelli, Head of Italy di Natixis IM, suggerisce infatti una via: «Le turbolenze geopolitiche e la volatilità dei mercati hanno provocato una tempesta perfetta che ha colpito i mercati azionari e i portafogli d’investimento. Per far crescere la propria attività, i professionisti della finanza ed i loro clienti dovranno muoversi di conseguenza. Nel breve termine dovranno reimpostare le strategie di investimento per far fronte alla volatilità dei mercati; nel lungo termine dovranno poi rivalutare le proprie ipotesi e determinare quanto il mondo sia realmente cambiato al fine di raggiungere le proprie aspettative di crescita».
Outlook ottimista per la seconda parte del 2022
Nonostante l’attuale contesto, i consulenti finanziari ritengono di poter far crescere le proprie attività nei prossimi tre anni, con una crescita annua del 10% prevista dagli intervistati europei – percentuale di fatto confermata in Italia. A livello generale, inoltre, il maggior ottimismo si registra tra i professionisti in Germania (15%) e in Svizzera (15%) mentre l’orientamento più prudente è in Francia (10%), Spagna (10%) e nel Regno Unito (10%).
In un contesto di mercato difficile, i consulenti dovranno concentrarsi sull’acquisizione di nuovi clienti e di nuovi asset. Ottimisticamente, gli intervistati in Europa prevedono di aggiungere 25 nuovi clienti all’anno al loro portafoglio di attività: mentre i professionisti della finanza in Italia hanno un’aspettativa più modesta di 20 clienti, dato tra i più bassi a livello mondiale.
Segmentare la clientela
Per questa ragione metà dei professionisti finanziari sta segmentando i propri clienti in base all’età, alla ricerca di nuove opportunità e nuovi patrimoni. Complessivamente, l’84% dei professionisti finanziari europei (l’88,5% in Italia) si rivolge a persone di età compresa tra i 50 e i 60 anni, mentre un altro 54% (il 56,3% in Italia) si concentra su persone di età compresa tra i 60 e i 65 anni. In Italia la percentuale più alta è rappresentata dalla fascia d’età compresa tra i 35 ed i 50 anni, con addirittura il 90%.
Il 77% degli intervistati in Europa e l’82,7% in Italia ha indicato le referenze da parte dei clienti come strumento di crescita del business per i professionisti finanziari. Un altro 50% in Europa (62,7% in Italia) ritiene che il successo dipenderà dalla capacità di costruire relazioni con le generazioni future.I consulenti si concentrano anche sul miglioramento dell’accesso alla tecnologia (44% in Europa, 41% in Italia) con applicazioni rivolte ai clienti e strumenti di gestione delle relazioni con i clienti stessi, da intendere come un passo fondamentale per garantire il successo. In questo caso, c’è una grande barriera all’ingresso, che è rappresentata semplicemente dal costo dell’implementazione, secondo il 47% dei consulenti in Europa (il 42,6% in Italia).
Portafoglio modello e pianificazione successoria
Sapendo che le condizioni di mercato difficilmente forniranno quegli stessi elementi di supporto che hanno sostenuto le performance per gran parte dell’ultimo decennio, i professionisti della finanza dovranno adattare le strategie di portafoglio e di business per intercettare le aspettative di crescita.
La metà dei professionisti (il 48% in Europa e il 54% in Italia – una delle percentuali più alte) afferma che in questo nuovo contesto il successo dipenderà dalla capacità di dimostrare come fornire valore ai clienti al di là della costruzione del portafoglio. Per questa ragione, più di otto su dieci intervistati (85% in Europa) dichiarano di fare ricorso ai portafogli modello nell’ambito della loro attività e quattro quinti affermano che i loro clienti li apprezzano per i servizi di pianificazione finanziaria e pianificazione successoria.