Il lavoro agile nelle scorse settimane ha guadagnato le prime pagine dei giornali
La pandemia del COVID-19, e la necessità di contenere la diffusione ulteriore del virus attraverso il distanziamento sociale e l’isolamento domestico, hanno costretto il Governo a emanare in tutta fretta un decreto che invitava le organizzazioni a mettere a disposizione di tutti i lavoratori – fatte salve rare eccezioni – strumenti di lavoro agile.
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La pandemia del COVID-19, e la necessità di contenere la diffusione ulteriore del virus attraverso il distanziamento sociale e l’isolamento domestico, hanno costretto il Governo a emanare in tutta fretta un decreto che invitava le organizzazioni a mettere a disposizione di tutti i lavoratori – fatte salve rare eccezioni – strumenti di lavoro agile. In pochi giorni, quindi, aziende di ogni dimensione, enti pubblici centrali e locali hanno impresso un’accelerazione all’adozione dei nuovi modelli digitali di produttività individuale, estendendoli in brevissimo tempo anche a categorie di dipendenti per i quali non erano previsti. E nel giro di poche settimane il risultato è sotto gli occhi di tutti: lo Smart Working non solo è un’opzione praticabile su larga scala, ma è anche un modello virtuoso cui tendere in futuro. «In realtà – precisa Piergiorgio De Campo, Co-Founder di Noovle – quello che la maggior parte delle organizzazioni ha abilitato in questo periodo è stato un modello di telelavoro più che di Smart Working. L’obiettivo era garantire in brevissimo tempo l’accesso remoto ai dati e alle applicazioni aziendali, tralasciando quegli aspetti di engagement del dipendente, responsabilizzazione sugli obiettivi, fiducia, autonomia e flessibilità di orario e luogo di lavoro che caratterizzano il lavoro smart. Tutti questi elementi dovranno essere attentamente valutati e valorizzati nella tanto agognata Fase 2, quella che ci troveremo ad affrontare tra qualche settimana».

Indice degli argomenti

  • Smart Working nella Fase 2: «Nei prossimi mesi assisteremo a un’evoluzione stabile del modello organizzativo»
  • Solidarietà Digitale: cloud, AI e geolocalizzazione per il tracing

Smart Working nella Fase 2: «Nei prossimi mesi assisteremo a un’evoluzione stabile del modello organizzativo»

Se, come appare ormai certo, il distanziamento sociale dovrà proseguire ancora per parecchi mesi, lo Smart Working dovrà diventare una modalità di lavoro diffusa e non più una sperimentazione dettata dalla necessità di far fronte all’emergenza. Una prova, quella delle scorse settimane, che per il system integrator milanese si è rivelata un vero e proprio “stress test”: nel corso di pochi giorni Noovle ha visto moltiplicarsi le richieste di attivazione di servizi e soluzioni utili a garantire la continuità didattica di scuole e ateneiabilitare lo Smart Working in aziende, amministrazioni pubbliche ed enti territoriali. Noovle ha contribuito con i suoi servizi cloud all’operatività della task force per l’emergenza COVID-19 della Regione Toscana – una settantina di persone tra virologi e altri specialisti. Ed è sempre Noovle che ha permesso a molti dei 70mila dipendenti del Sistema Sanitario Veneto, messo a dura prova dall’emergenza Coronavirus, di essere operativi anche da casa in queste settimane grazie alle soluzioni dei suoi partner – TIM, Google e Salesforce in testa. Soluzioni per la gestione delle videoconferenze per esempio, così utili in questo periodo in cui i team distribuiti sono la regola e non più l’eccezione. Soluzioni che Noovle stessa utilizza al proprio interno da tempo e che le hanno permesso di garantire una migrazione fluida e rapida dal “tutti in ufficio” al “tutti a casa” durante i primi giorni di lockdown. La possibilità per i lavoratori agili di essere immediatamente produttivi è garantita dalle (tante) risorse formative disponibili on demand. «Stiamo facendo molto uso dell’eLearning utilizzando strumenti molto apprezzati come le sessioni formative one-to-one, le virtual classroom, le micropillole video e i webinar interattivi, che permettono agli utenti di avere un contatto diretto con i nostri esperti, assistere a demo live, fare domande e richiedere approfondimenti», spiega il Co-Founder di Noovle, Paolo Vannuzzi. Percorsi di apprendimento rapidi e intuitivi contemplati dal modello di digital transformation agile che la società ha già abbracciato da tempo e sul quale ha sviluppato know how e competenze di rilievo. Un’esperienza maturata sul campo, accompagnando passo dopo passo moltissime aziende nel loro percorso di digitalizzazione che contempla non solo soluzioni e servizi ICT ma anche consulenza, supporto e change management. «Ora – prosegue Vannuzzi – stiamo cercando di valutare quali sono i modelli utili per scalare l’infrastruttura di Noovle rispetto alla domanda di piattaforme abilitanti lo Smart Working, che è prevista in enorme crescita nei prossimi mesi. Le iniziative che vediamo oggi sono un po’ a macchia di leopardo, confinate ad alcune aree organizzative dell’azienda e finalizzate a risolvere esigenze operative immediate. Nei prossimi mesi, però, sono destinate a trasformarsi in un’evoluzione stabile del modello organizzativo».

Solidarietà Digitale: cloud, AI e geolocalizzazione per il tracing

In piena emergenza COVID-19, Noovle è stata tra le prime realtà ICT a rispondere alla Call for Action “Solidarietà Digitale” del Ministero per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione. A disposizione di aziende ed enti della PA ci sono oggi piattaforme cloud e servizi abilitanti lo Smart Working, ma anche consulenza e supporto all’attivazione di questi ambienti. «Siamo in grado di offrire un contributo prezioso – conclude Vannuzzi – anche per le attività di tracing dei contagi, che saranno essenziali nella Fase 2: piattaforme di Big Data Analytics in cloud che sfruttano gli algoritmi di Intelligenza Artificiale e tecnologie di geolocalizzazione consolidate, che faciliteranno la mappatura dei casi sul territorio nazionale».

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