Il risparmio non si tutela inviando dei funzionari della Banca d’Italia in incognito nelle banche
I funzionari in incognito della Banca d'Italia non possono cogliere i veri problemi della relazione tra intermediari e clienti, rischiano anzi di caricare un ulteriore peso sulle spalle dei lavoratori bancari, già sottoposti a pressioni commerciali.
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I funzionari in incognito della Banca d’Italia non possono cogliere i veri problemi della relazione tra intermediari e clienti, rischiano anzi di caricare un ulteriore peso sulle spalle dei lavoratori bancari, già sottoposti a pressioni commerciali.

“La tutela del risparmio dipende soprattutto dai modelli di consulenza”. Lo ha dichiarato il segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani intervenendo al convegno “La gestione etica del risparmio”, organizzato dalla Fondazione Opera Giuseppe Toniolo di Pisa.

“Quello oggi prevalente è su base non indipendente: banche ed assicurazioni distribuiscono solo prodotti finanziari di propria emissione o di partner commerciali con i quali scambiano degli incentivi. Il conflitto di interessi è dichiarato. Se il modello di consulenza fosse invece su base indipendente – ha proseguito – i risparmiatori avrebbero la possibilità di scegliere su un’offerta più ampia e di remunerare gli intermediari esclusivamente per il servizio. Senza la pratica degli incentivi, al centro ci sarebbe la relazione, non il prodotto. Risultato: meno casi di risparmio tradito, che in un passato recente hanno scosso la stabilità del sistema, e maggiore trasparenza. Finalmente troverebbe applicazione il principio secondo cui gli intermediari devono agire nel migliore interesse dei clienti”. 

“Un modello di consulenza aperto rappresenta anche l’occasione di valorizzare realmente le competenze dei lavoratori e non va confuso con la figura del consulente finanziario indipendente – ha aggiunto Colombani – La Commissione europea ha tentato di introdurre il divieto di percepire incentivi nella direttiva Retail Investment Strategy, ma è stata stoppata, almeno per ora, dalle lobby dell’industria finanziaria. In attesa di capire quale sarà il testo definitivo, spetta quindi alla politica nazionale – ha concluso – sostenere il cambiamento se vogliamo tutelare efficacemente i risparmiatori ed utilizzare il risparmio al servizio della crescita”.

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