Sempre più diffuso è attualmente il cosiddetto Social lending, ovvero una tipologia di prestito che, a differenza di quello tradizionale, avviene fra privati e che rappresenta una valida alternativa per ottenere liquidità, ma vediamo di cosa si tratta nei dettagli.
Il Social Lending si basa su una community in cui si interfacciano due categorie: coloro che prestano soldi e quelli che invece li richiedono; è inutile dire che, non essendoci intermediati, i tassi proposti sono molto vantaggiosi , l’ erogazione con tempistiche più brevi e non sono previste spese di istruttoria.
Appare chiaro, tra l’ altro il vantaggio per entrambi, perchè il prestatore investendo la sua liquidità nel breve-medio periodo ottiene tassi di interesse più alti rispetto a quelli delle banche, mentre il richiedente beneficia di tassi più bassi.
Sul web vi sono numerosi portali dedicati al prestito fra privati, come zopa.it, boober.it e per potervi accedere basta conpilare il form e poi accedere alle liste di offerte presenti nel circuito, pubblicate sempre nella massima trasparenza.
Tuttavia non è semplice, come appare, richiedere ed ottenere un prestito attraverso il social lending, infatti al momento della registrazione, vengono effettuati controlli sull’ affidabilità creditizia del richiedente e comunque possono accedervi soltanto cittadini italiani con reddito dimostrabile e con un’ età dai 18 ai 75 anni.
Se il profilio del cliente risulta rischioso, il tasso di interesse applicato sarà più alto, mentre l’ unica commissione richiesta è pari a 10 euro per ogni anno di durata del prestito, ma non sono previste penali in caso di estinzione anticipata, nè incasso rata.
Anche nel prestito fra privati, se l’ esito è negativo, scatta la segnalazione in crif.
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