In porto le prime istanze di voluntary disclosure
Rientro capitali, costi sensibili

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Da Torino a Firenze fino a toccare Milano gli studi professionali si stanno vedendo recapitare in questi giorni le ricevute relative agli F24 pagati dai contribuenti che hanno effettuato il rimpatrio.

Il filo rosso che lega le istanze vidimate è l’ok dell’Agenzia delle entrate ai conteggi fatti dagli studi. Sono pochissimi i casi in cui l’ufficio è intervenuto per rettificare le somme indicate dai contribuenti emergenti. Un riconoscimento al lavoro di analisi fatto a monte ma anche un occhio alla tabella di marcia serrata per gli uffici che dovranno chiudere tutta l’operazione entro il 31 dicembre 2016.
Le pratiche che dunque stanno per passare nei faldoni sotto la voce archiviate degli studi sono quelle avviate tra gennaio e febbraio in vigenza magari delle vecchie norme del decreto legge 4/2014. Come nel caso seguito da Vincenzo Felline, dottore commercialista di Milano: «Una procedura di riemersione avviata a Torino a gennaio e abbiamo avuto la ricevuta di avvenuto pagamento lo scorso ottobre».

Le tappe sono state lunghe e possono rappresentare una sorta di procedura pilota per come destreggiarsi con l’amministrazione.

Intanto, ogni istanza è storia a sé e nel caso seguito da Felline occorreva far presto, c’era il rischio che potesse scattare una qualche causa ostativa prevista dalla norma che avrebbe impedito l’accesso alla riemersione.

Quindi si è scelto di aderire a gennaio in vigenza delle norme del primo decreto voluntary, il dl 4/2014 quello che ha costituito la base per la legge 186/2014. L’istanza poi è stata integrata successivamente a marzo per ottenere l’applicazione delle condizioni più favorevoli derivanti dalla fuoriuscita della Svizzera dalla black list fiscale. Quindi i conti da rifare non sono più su otto anni ma su quattro. La domanda è pronta per essere inviata con un importo tra interessi e sanzioni di poco meno dell’8%. Una valutazione, per il contribuente decisamente di convenienza.

A giugno il primo e anche unico confronto con l’Agenzia. «L’Ufficio in quel caso ha atteso i chiarimenti ufficiali e quindi abbiamo avuto una pausa. Poi», racconta Felline, «ci hanno chiamato e riconosciuto la congruità dei nostri calcoli».

Da lì in poi, il cammino procede in discesa, a settembre lo studio riceve il modello F24 con la quantificazione del dovuto e a quel punto, come da norma di legge, si è a un bivio o si va in banca a versare la somma all’erario o si accetta di presentarsi all’appuntamento che fissa l’Agenzia per andare a riquantificare gli importi mettendo in conto però di perdere dei benefici premiali. Nel caso raccontato dal commercialista di Milano l’appuntamento era stato fissato a dicembre ma per il contribuente non c’erano osservazioni da fare e quindi tutto si è chiuso con, a fine ottobre, la ricevuta dell’avvenuto pagamento.

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3 commenti

  • Pippo ha detto:

    Ma cosa dice questo qua !?! Ma sa di cosa sta’ parlando ? Oppure e’ in cerca di notorieta’ !!

  • Pippo ha detto:

    Questo qua non sa quello ke dice !! Conto oro ? Carta? Ohh ma se io vendo il mio oro voglio i soldi veri ! Quelli fruscianti e non un pezzo di plastica !! Poi coi soldi MIEI faccio quello che mi pare e non ne devo rendere conto a nessuno !

  • massimo meli ha detto:

    Pippo ma hai letto l’articolo, Felline è un professionista che ha fatto Scuola in Italia e in Europa di tecniche di amministrazione e protezione di Patrimoni. Vai a leggere le pubblicazioni fatte da lui e vai a vedere tutti i convegni in cui è stato Relatore

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