In Italia si fa ancora troppo uso di contante
Rientro capitali, costi sensibili

Ancora nessun commento

Ma quali sono i motivi per cui questo avviene? ABIServizi ed Ipsos hanno deciso di lanciare, in vista del Salone dei Pagamenti, un “doppio sondaggio” che interpelli da un lato gli esercenti, spesso accusati di essere un punto di resistenza al cambiamento e dall’altro i cittadini consumatori, per capire esattamente dove nasce e come si concretizza la resistenza alla payevolution. Lo racconta Andrea Alemanno, Group Director di Ipsos Public Affairs.

Il tema dei pagamenti elettronici è sempre più presente nel dibattito pubblico e privato; è probabilmente il comparto di business dei servizi finanziari a più rapido tasso di evoluzione e il principale driver di innovazione tecnologica nelle banche: ad esempio nel 2015 sono aumentate sia il numero delle carte in circolazione, sia il transato per carta. Il cashless rappresenta in modo evidente gli importanti cambiamenti che stanno avvenendo nella relazione con il cliente, e la sua diffusione è in una fase di rapida accelerazione per tre ordini di motivi.

Il primo riguarda l’e-commerce, aperto ora anche alle carte di debito, e la sua diffusione sempre più ampia, che attira importanti investimenti esteri in particolare dei leader di mercato: ad esempio Amazon realizzerà un nuovo centro di distribuzione a 30 km da Roma dove verrà messo in piedi un polo da 60mila metri quadrati, e aprirà a Torino il nuovo Centro di Sviluppo dedicato allo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale. Dal 2010, Amazon ha investito in Italia più di 450 milioni di euro.

Un secondo elemento è legato alla crescita dell’accettazione, alle innovazioni di settore quali il contactless, le nuove possibilità di pagamento in mobilità tramite smartphone, che si andranno diffondendo nei prossimi anni: Apple aprirà a Napoli un nuovo centro di sviluppo per le App, e sicuramente quelle di pagamento avranno la loro parte.

Il terzo elemento è legato al settore pubblico: oltre all’incentivo regolamentare volto a sviluppare i pagamenti elettronici tra privati e aziende (il limite ora a 3.000€, l’obbligo di accettazione di carte per alcuni importi), un peso determinante lo avrà nel prossimo futuro la spinta al pagamento elettronico da parte delle pubbliche amministrazioni centrali e locali, sia legata ai tributi sia ai servizi.

Questi elementi modificheranno il mondo dei pagamenti e le abitudini dei singoli consumatori, dei commercianti, degli artigiani, dei professionisti, delle piccole imprese, ossia di tutti coloro che regolano ancora buona parte delle loro transazioni in denaro contante. Quali siano i loro atteggiamenti, le attese, le speranze e le paure con cui vivono questa accelerazione è un fenomeno importante da indagare, perché ci consente di comprendere quanto i singoli soggetti potranno accelerare il processo, rallentarlo, e chi siano coloro che vivono i cambiamenti con maggiore apertura o chiusura.

ABI, in collaborazione con Ipsos, sta realizzando un doppio sondaggio per ‘dare voce’ a questi due mondi, indagare le loro percezioni: è attualmente in corso un’indagine su 400 esercenti (commercianti, liberi professionisti, lavoratori autonomi, PMI) e su 800 cittadini, realizzata con metodologia on-line, i cui dati saranno disponibili a fine Agosto.

L’indagine verterà sull’accettazione degli strumenti elettronici, i limiti che spesso bisogna fronteggiare (guasti, limitazioni all’uso, diffidenze), cercherà di indagare a chi convenga il pagamento elettronico nelle opinioni dei cittadini, il loro livello di tutela percepito e le aspettative future.

In attesa quindi dei risultati, vi auguro una buona estate, sperando che siate nel 52% di Italiani che andrà in vacanza (Barometro Ipsos), che in 6 casi su 7 pagherà i 2.000€ messi a budget per le proprie vacanze (viaggio, soggiorno) con strumenti elettronici.

Facebook
Twitter
LinkedIn
Pinterest
Reddit
Tumblr
Telegram
WhatsApp
Print
Email

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

ALTRI ARTICOLI