La cessione delle sofferenze bancarie a prezzi di mercato si può fare
Nessuno tocca le Bcc (ci ha già pensato Visco)

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Lo dimostrano le operazioni messe a segno finora quest’anno da 60 banche di credito cooperativo e di dimensioni medio-piccole per un totale di 720 milioni di euro, realizzate attraverso la nuova piattaforma multi-originator creata e gestita da Banca Imi e da Cassa Centrale Banca. Lo scorso venerdì a Londra è stata firmata la vendita al fondo Christofferson Robb di un portafoglio di NPL per 320 milioni, che vanno ad aggiungersi alle due tranche vendute precedentemente per 150 e 250 milioni: entro la fine dell’anno, sulla base delle operazioni già in cantiere, le cessioni tramite questa piattaforma dovrebbero toccare quota 1 miliardo. Nel 2016, stando ai pronostici di Banca Imi e di CCB, le piccole banche venderanno un altro miliardo al quale potrebbero aggiungersi nuove cessioni questa volta da parte di banche di dimensioni più grandi, a prezzi di mercato e con la formula multi-cedente.
Il team Credit Solutions Group di Banca IMI e il team della Centrale Credit & Real Estate Solutions di Cassa Centrale Banca sono convinti di aver trovato in questa piattaforma una delle soluzioni al problema dello smaltimento delle sofferenze (per ora delle BCC), tema che continua ad essere al centro del dibattito sulla necessità di aprire ulteriormente il rubinetto del credito all’economia e alle PMI. Il deconsolidamento di questi attivi deteriorati, il miglioramento degli indicatori patrimoniali e di liquidità servono infatti per dare una maggiore spinta per nuovi finanziamenti a favore, in particolare, delle piccole e medie imprese, sottolineano a Banca Imi.
La piattaforma sta funzionando in quanto riesce a mettere in contatto la domanda e l’offerta per chiudere operazioni a prezzi di mercato. Alle banche viene chiesto di cedere sulla piattaforma solo quella quota sul totale delle sofferenze per la quale sono stati già fatti accantonamenti a valori di mercato: nella maggior pate dei casi questa quota è di piccole dimesioni e non sarebbe vendibile singolarmente ai grandi investitori esteri. Lo diventa nel momento in cui viene aggregata ad altre quote di altre banche: Banca Imi costruisce così un portafoglio diversificato, mettendo assieme le sofferenze di una pluralità di cedenti, con prestiti secured e unsecured, erogati ad aziende e alla clientela retail.
“Lo sviluppo di una piattaforma multi-cedente, la prima mai realizzata in Italia per la cessione di NPLs, – spiega Biagio Giacalone, responsabile del team Credit Solutions Group di Banca Imi –, ha permesso di creare un portafoglio di dimensioni rilevanti capace di attrarre l’interesse dei maggiori investitori a livello europeo e di generare maggiore liquidità attraverso meccanismi di valutazione metodologicamente efficaci per selezionare sub-portafogli di sofferenze con prezzi allineati a quelli di mercato”.
“Il nostro obiettivo – puntualizza Fabrizio Berti, consigliere delegato di Credit e Real Estate Solutions di Cassa Centrale Banca – è quello di coinvolgere un numero più ampio possibile di piccole banche per un programma di nuove cessioni di sofferenze che nel 2016 potrebbe superare 1 miliardo di euro”.
Il processo di creazione di un mercato vero e proprio delle sofferenze bancarie in Italia va dunque avanti: a questa piattaforma potrebbe affiancarsi una bad bank o un veicolo SPV ad hoc con uso della garanzia dello Stato e fors’anche un ruolo assegnato alla Cdp. Per migliorare i prezzi di mercato dei NPL delle banche italiane, la strada maestra resta comunque quella dei decreti attuativi che andranno ad implementare le nuove norme mirate alla velocizzazione del recupero dei crediti e alla semplificazione delle procedure. Il prezzo di mercato delle sofferenze bancarie attualizza i flussi futuri e il fattore temp è chiave: cambia il prezzo, e di molto, se il recupero è alto o basso e se è spalmato su un arco temporale di 10 o di 4 anni.

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1 commento

  • marco ha detto:

    sicuramente se un credito che vale 100 euro viene venduto a 10 euro, si possono fare tutte le transazioni del mondo…. peccato che le Banche coprano i crediti mediamente per 52 euro, quindi li hanno in carico a 48 euro. Se li vendono a 10 e registrano 38 di perdita, la banca chiude. Le transazioni che voi evidenziate sono di crediti già svalutati negli anni oltre l’80 percento e non valendo nulla si possono vendere a quei prezzi, ma su 200 miliardi di NPL se in un anno se ne vendono 10, è il 5 percento, la matematica non è una opinione, ed è quel 5 percento già totalmente svalutato

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