La migrazione informatica delle reti ex venete raddoppia la presenza di Intesa San Paolo in Veneto e fa partire la filiale on-line
Intesa Sanpaolo

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E intanto, sul fronte crediti, Sga fa partire gli inviti per la procedura competitiva ristretta che assegnerà ai service esterni pacchetti di sofferenze e crediti deteriorati. Si stringono i tempi per chiudere il «trasloco» informatico delle filiali ex Popolare Vicenza e Veneto Banca, che lunedì riapriranno con i computer che girano con i programmi di Intesa. Ma intanto, problemi permettendo, la migrazione informatica proietta già Intesa su quel che succederà dopo. Il primo elemento è il raddoppio delle strutture e dei marchi in Veneto. Fin qui, Venezia a parte, dove già Carivenezia e solo un marchio commerciale di una rete di filiali che fa capo alla capogruppo Intesa Sanpaolo, il resto del Veneto era presidiato dalla controllata Cassa di Risparmio del Veneto. Ma le filiali ex venete, invece, espongono già da giugno le insegne di Intesa Sanpaolo. Soluzione non casuale o dettata dalla provvisorietà: quegli sportelli, ora integrati anche operativamente, fanno capo direttamente alla capogruppo. Con l’effetto di rafforzare la duplicazione delle strutture di Intesa in Veneto – tra Intesa e Cariveneto -, ciascuna tripartita tra retail, corporate e private, quindi con la creazione ad esempio di filiali imprese, come ad esempio a Villorba, nel Trevigiano, dove servano e non ci siano. Scelta che ha un significato operativo: aver fatto transitare le filiali sotto Cariveneto avrebbe aggiunto la complicazione in più di dover lavorare anche a una cessione di ramo d’azienda. E non a caso le 118 filiali chiuse già ora con la migrazione informatica riguardano tutte aree servite da Intesa capogruppo; e quindi in Veneto, le 26 sono praticamente tutte a Venezia. Ma è chiaro che vista in prospettiva, di fronte al nuovo piano industriale che Intesa sta preparando, la mossa pare anticipare la fusione di Cariveneto nella capogruppo. Con cui risulta razionale la spiegazione che è inutile far la fatica in più di una cessione di ramo d’azienda ad una spa che tra pochi mesi potrebbe a sua volta esser reintegrata nella capogruppo. E quindi tanto vale attendere la primavera per decidere cosa fare, anche in termini di chiusure, nelle province servite da Cariveneto, quando si sarà chiarito il destino della controllata.

L’altro elemento di rilievo in parallelo alla migrazione informatica è il rimescolamento del personale tra Cariveneto e le filiali ex venete, dopo gli accordi sindacali siglati un mese fa. «Nelle assegnazioni fin qui c’è stata grande attenzione alla distanza e questo ci soddisfa. Meno bene le cose sono andate sul fronte delle professionalità», sostiene Luca Faietti della Uil. E poi ancora la progressiva attivazione, nelle ex sedi centrali di Vicenza e Montebelluna, mano a mano che il personale sarà liberato dalla chiusura delle filiali, del maxi-progetto delle sale operative della filiale on-line annunciata dall’Ad Carlo Messina. Piuttosto sul fronte del personale la preoccupazione dei sindacati riguarda il destino dei dipendenti delle società non acquisite da Intesa. Soprattutto dei 32 dipendenti di Immobiliare Stampa, la spa che gestiva il patrimonio immobiliare di Bpvi, rimasta entro nella liquidazione. «Siamo molto preoccupati – dice il segretario della Fabi, Giuliano Xausa – tra Intesa che non li ha voluti tra i 9.800 assunti e i commissari che fanno orecchie da mercante. Una soluzione va trovata, anche perché i soldi messi per il personale lo Stato li ha messi anche per loro».

Intanto, sempre sul cantiere di quel che succederà dopo, comincia a prender forma la Sga. La società che si occuperà di gestire i 18 miliardi tra sofferenze e crediti deteriorati delle due venete ha fatto spedire, dall’advisor Kpmg, l’altro ieri, ad un numero ristretto di operatori l’invito a partecipare alla procedura competitiva per assegnare la gestione di pacchetti di crediti in sofferenza e di incagli, che non saranno gestiti direttamente. Non una gara europea, ma una procedura negoziata tra i soggetti selezionati, giustificata dai tempi ristretti per partire, pur se è dal decreto di giugno che si sapeva che la società avrebbe ricevuto i crediti. Ora i convocati avranno tempo solo fino a lunedì 18 per confermare la partecipazione.

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