La riforma delle popolari e delle Bcc ha rimediato all’immobilismo del settore
Nessuno tocca le Bcc (ci ha già pensato Visco)

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Questo l’allarme lanciato dal vicepresidente del Parlamento europeo Antonio Tajani (Fi), secondo cui “non viene recepito lo spirito del progetto di autoriforma concordato con Banca d’Italia”. Tale garanzia però potrà arrivare solo dopo che saranno vendute sul mercato più della metà delle tranche junior – ovvero delle emissioni a rischio più elevato. Da qui la presentazione alla Commissione Ue di un’interrogazione scritta “affinché si verifichi l’effettiva compatibilità della proposta governativa con il diritto Ue”. Le banche di credito cooperativo sono state da noi stimolate a preparare un piano, ce lo hanno presentato e, per larghissima parte, è stato accolto dal Consiglio dei ministri. E chiosa: “Non siamo preoccupati”, ha detto, ma con le nuove misure “diamo però un ulteriore strumento ai banchieri per fare tutto ciò che è nelle loro possibilità per consolidarsi ulteriormente”. “In definitiva, le BCC che sino ad ora hanno correttamente operato in base al principio della sana e prudente gestione che non possiedono 200 mln di riserve e che non intendono farsi dirigere da coloro che hanno male amministrato le proprie banche, oltre al ricorso per incostituzionalità, avranno 18 mesi di tempo per aggregarsi e raggiungere i 200 mln di riserve e corrispondere un’imposta del 20% su queste riserve per poter usufruire della facoltà di non partecipare al gruppo unico”. Anche in considerazione del prolungato andamento negativo delle Borse con forti tensioni sul sistema bancario, il Governo sembra intenzionato a varare nel Consiglio dei Ministri di oggi, convocato alle 21.00, il pacchetto di misure per rinforzare il nostro sistema creditizio. Non più quindi una holding unica ma un testo che consenta la formazione di diversi gruppi su base territoriale. Potrebbero essere “le Bcc facenti capo al gruppo toscano Cabel, la Chianti Banca che sta da qualche mese facendo acquisizioni, la Banca di Bologna, la Cassa Padana e forse qualcuno al Sud”. Con la riforma cresce poi il limite massimo dell’investimento in azioni di una banca di credito cooperativo e il numero minimo dei soci. Per raggiungere questo risultato, l’esecutivo punta, tra le altre cose, al miglioramento della qualità della governance, a una più efficiente allocazione delle risorse all’interno del sistema, a un tempestivo reperimento di capitale in caso di tensioni patrimoniali, garantendo “l’unità del sistema per accrescere la competitività e la stabilità nel medio-lungo periodo”. Il comunicato stampa del Governo spiega che “le disposizioni permettono di avviare il regime di garanzia sulle passività emesse nell’ambito di operazioni di cartolarizzazione realizzate a fronte della cessione da parte di banche italiane di portafogli di crediti pecuniari qualificati come sofferenze”. Per quanto riguarda invece la garanzia che lo Stato può concedere ai titoli della classe senior, onerosa e il cui valore è stabilito prendendo a riferimento i prezzi di credit default swap di società italiane con rating corrispondente ai titoli che verrebbero garantiti, verrà fornita “purché questi abbiano previamente ottenuto un livello di rating da una agenzia riconosciuta dalla BCE corrispondente a un investment grade”.

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