Lavorare in Bnl: l’a.d. Gallia vi dice come fare

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Di fatto, anche nel comparto bancario le relazioni tra lavoratori e imprese stanno cambiando: prova ne è la decisione dell’Associazione bancaria italiana di disdettare in anticipo il contratto nazionale e la conseguente agitazione dei bancari. Un fatto, dunque, pare già ampiamente assodato: un giovane laureato che oggi punti a un lavoro in banca si dimentichi il lavoro com’è stato finora.

L’ESPERIENZA DI BNL – “Credo fortemente che nel corso dei prossimi anni il business bancario sarà molto complesso, molto difficile ed estremamente formativo. Se tanti anni fa eravamo molto protetti – tanto che qualcuno parlava di ‘foresta pietrificata’ – oggi credo che non sia più così e dal punto di vista degli stimoli professionali e della complessità ritengo che sia un business molto interessante per i giovani”. Le parole sono di Fabio Gallia, amministratore delegato di Bnl e responsabile di Bnp Paribas in Italia , che il 7 novembre ha presentato a Milano Hello bank! e che l’8 del mese è di nuovo nel capoluogo lombardo per il primo evento educational della stessa Hello bank!, un talk show condotto da Andrea Pezzi dove Gallia e gli economisti Jeremy Rifkin e Anna Maria Lusardi discutono di società, economia e finanza nell’era digitale.

I REQUISITI RICHIESTI – Ma, in un momento in cui la disoccupazione è al record dal 1977 e per i giovani a settembre è salita al 40,4%, in Bnl ci sono possibilità, oltre alle selezioni per financial advisor ? E un giovane che si vuole candidare per lavorare in Bnl, cos’è che deve sapere? “Credo che sia molto importante, come sempre, il valore della persona, che non viene catturato solo dal voto di laurea o dalla rapidità con cui ha concluso il corso”, ha detto l’a.d. nel corso della conferenza stampa per la presentazione di Hello bank!. Oggi, alla luce di esperienze digitali come Hello bank!, conta conoscere le nuove tecnologie e l’aver fatto qualche esperienza. Meglio laurearsi un anno dopo ma nel frattempo avere esperienze all’estero o anche in Italia. “Secondo me questo è essenziale”, ha commentato Gallia.

IL RECRUITING DAY – “Nonostante tutto, nonostante il nuovo quadro normativo, noi continuiamo a investire sui giovani e non potrebbe essere altrimenti. Ormai da qualche anno abbiamo avviatoquesta iniziativa che si chiama Recruiting Day, una giornata dedicata alla selezione, e lo abbiamo fatto credo in maniera abbastanza diversa. Perché noi lavoriamo sui curriculum, come tutte le grandi aziende ne riceviamo molti, poi intervistiamo i giovani, parliamo con loro, e quelli che ci sembrano i migliori candidati li facciamo venire fisicamente nella nostra banca da tutta Italia, e nel momento in cui loro vedono la banca e vedono da vicino quello che sarà il loro ambito, escono con la lettera firmata. Non tutti, certo. Altri sono ‘next in line’, puntiamo su di loro successivamente. Abbiamo anche delle iniziative per aiutare a comporre il curriculum e a preparare un colloquio di lavoro. Sono cose che non insegnano a scuola, ma che alla fine credo siano utili”. Oltre alle competenze, per Bnl contano “i valori e la voglia di lavorare”.

LARGO AI GIOVANI – Questo per quanto riguarda i candidati. Ma una volta “dentro”, cosa faranno le nuove leve? Dal momento che, come ha spiegato l’a.d., la “fisicità” della banca non verrà meno, si può desumere che lo sportello non tramonterà, anche se il contatto con il cliente e l’assistenza verranno declinati anche attraverso altri canali, tipo telefono e video. Insomma, dopo la banca digitale, forse il prossimo passo è proprio il “bancario digitale”, dietro cui però c’è una persona reale. Perché il lato umano continuerà ad avere il suo peso. Questo, per tornare alle parole di Gallia, renderà il business “molto complesso”. E non certo facile. Ma, dopotutto, semplice non lo è mai stato. E oggi, in pieno passaggio evolutivo, lo è meno che mai. Senz’altro, sarà formativo. Giovani, fatevi avanti.

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