Le posizioni di governo e opposizione sul ruolo giocato dalla Boschi sono agli antipodi
Le posizioni di governo e opposizione sul ruolo giocato dalla Boschi sono agli antipodi

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Boschi, uno dei ministri più popolari del governo Renzi, è accusata dal Movimento Cinque Stelle di conflitto d’interessi per la vicenda delle quattro banche salvate. Dovrà oggi sopravvivere alla mozione di sfiducia alla Camera se vorrà continuare a svolgere il ruolo di governo.

La ministro dovrebbe farcela. Il governo gode infatti di un’ampia maggioranza e l’opposizione appare divisa sulla questione, con Forza Italia – partito storicamente garantista – che preferisce puntare su una commissione d’inchiesta sul sistema bancario, a cui si è detto favorevole anche lo stesso premier Matteo Renzi.

Con la mozione il M5S accusa il ministro Boschi di essere in conflitto per via della posizione che il padre Pier Luigi e il fratello Emanuele hanno avuto in seno a Banca Etruria, una delle quattro salvate per decreto. Il padre è stato vice presidente dell’istituto di credito. Non solo.

“Hanno avuto rapporti professionali e di dipendenza” con Banca Etruria, denuncia il partito all’Opposizione nella mozione. “In particolar modo Pier Luigi Boschi è stato consigliere di amministrazione e, fino al febbraio 2015, anche vice presidente del medesimo consiglio di amministrazione”. Negli ultimi giorni anche Roberto Saviano ha chiesto che Boschi rassegni le dimissioni per conflitto di interessi.

Nei giorni scorsi il governo ha varato un decreto che in sostanza evita il fallimento di quattro banche minori: oltre a Banca Etruria ci sono Banca Marche, Carife e Carichieti. Il decreto, che non impegna fondi pubblici, non tocca i depositi ma colpisce gli azionisti e i titolari di obbligazioni subordinate. Creando perdite e azzeramenti dei risparmi per molti cittadini che si sono fidati dei consigli delle proprie banche.

Il ministro – che era azionista di Banca Etruria e che non ha partecipato alla riunione del Consiglio dei ministri che ha varato il decreto salva-banche – si è difsea in aula dalle accuse. Il sospetto di pratiche poco trasparenti ai danni degli investitori ha fatto sì che il governo varasse un cosiddetto “fondo di solidarietà” dalla capacità di almeno 100 milioni per risarcire i risparmiatori eventualmente raggirati.

“Io sono sempre stata al fianco delle istituzioni, non ho mai favorito la mia famiglia, mai favorito i miei amici. Non c’è alcun conflitto di interessi, nessun favoritismo, chi ha sbagliato pagherà”.

Malgrado il sostegno parlamentare di Lega Nord e Sinistra Italiana, il gruppo formato da Sel e dagli ex deputati Pd in rotta con la maggioranza di governo, la mozione di sfiducia non ha alcuna chance di passare, visti i numeri. La vicenda rappresenta, tuttavia, rappresenta un test importante per la tenuta della maggioranza di governo e per la sua immagine.

“Con il nostro governo siamo tutti uguali davanti alla legge, ciò è stato dimostrato dai fatti – ha concluso Boschi – auguro a tutti voi di giudicare i fatti per quello che sono, perché la realtà è più forte di ogni strumentalizzazione”.

Renzi e il ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan si sono giocati la faccia sul decreto. Il premier si è addirittura spinto ad affermare che “bisognerebbe fare un monumento” per il decreto salva banche, affermando che si è così potutoevitare un fallimento miliardario con danni per un milione di risparmiatori.

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