Leonardo ha venduto alla cifra simbolica di un euro il 41% della sua partecipazione in Sukhoi Superjet 100
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Leonardo ha venduto alla cifra simbolica di un euro il 41% della sua partecipazione in SuperJet International (SJI), la joint venture con la russa Sukhoi Civil Aircraft (SCAC) destinata a commercializzare nel mercato occidentale il Sukhoi Superjet 100 (SSJ100). Al momento, quindi, Leonardo rimane socia di minoranza con il 10% delle quote e con il controllo dell’azienda che passa in mano ai russi.

La notizia della cessione delle quote italiane in SJI è stata pubblicata la settimana scorso sul quotidiano finanziario russo Kommersant ed è emersa durante la presentazione dei conti di United Aircraft Corporation (UAC), l’azienda statale madre di Sukhoi. Secondo il quotidiano, la transazione è avvenuta formalmente il 31 marzo.

La vendita fa parte del più ampio piano di dismissione di Leonardo nel progetto SSJ100, annunciato da anni e avviato formalmente tra il dicembre e il gennaio scorso con la completa cessione delle quote italiane in SCAC, l’azienda che materialmente costruisce l’aereo.

La joint venture russo-italiana era articolata su due società distinte. La prima era SCAC, di cui Leonardo era in possesso del 25% del capitale, con il restante in controllo di UAC. L’altra realtà era appunto SJI, basata negli stabilimenti di Venezia Tessera e in mano a Leonardo per il 51% delle quote, con il rimanente in possesso della stessa SCAC. Ora Leonardo è scesa al 10% con SCAC al 90%.

Interrogata da Fly Orbit News, Leonardo ha confermato la ricostruzione, spiegando tramite il suo Ufficio Stampa che l’azienda «non è più azionista di maggioranza di SJI», che continua comunque a essere una «società a tutti gli effetti italiana» con la missionche rimane «occuparsi di attività di marketing nell’occidente del mondo, del design del velivolo e della customizzazione per i clienti». L’Ufficio Stampa di Leonardo non ha però divulgato nessun dettaglio finanziario dell’operazione, spiegando inoltre che la cessione a un euro è cifra simbolica legata alla precedente transazione di gennaio.

Il tema della proprietà di SJI è particolarmente sentito a Venezia, dove l’azienda dà lavoro a più di 200 persone e si teme che il nuovo assetto azionario porti a tagli nei livelli occupazionali.

C’è da rilevare che pur essendo una società controllata dal Ministero del Tesoro e quotata alla Borsa di Milano, Leonardo, né in occasione delle cessione delle quote in SCAC e né nel caso di SJI, ha tenuto opportuno rilasciare comunicati stampa ufficiali per definire la sua posizione e il futuro degli stabilimenti di Venezia.

Leonardo e l’SSJ100

Il disinteresse di Leonardo nel progetto SSJ100 (prima come Alenia e poi come Finmeccanica) è progressivamente aumentato nel corso del tempo e ha avuto il suo culmine simbolico nel maggio dello scorso anno, quando i vertici del gruppo italiano hanno di fatto disertato la consegna del primo aereo a Cityjet.

Il numero uno di Leonardo in uscita, Mauro Moretti, ha più volte giudicato l’investimento dell’azienda di Piazza Monte Grappa nel progetto SSJ100 troppo eccessivo e non giustificato dai risultati economici.

Ad oggi, in effetti, l’aereo ha ricevuto solo 200 commesse, la maggior parte delle quali arrivate da compagnie russe. In Occidente solo l’irlandese CityJet e la messicana Interjet hanno acquistato l’SSJ100, per un totale di 45 esemplari.

Si tratta di numeri ampiamente inferiori rispetto agli altri velivoli jet regional intorno ai cento posti, come la famiglia EJet di Embraer e, più recentemente, la CSeries di Bombardier.

 

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