Nel mese di giugno il numero di prestiti richiesti dalle famiglie ha fatto registrare una accelerata

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, con un incoraggiante +6,5%rispetto allo stesso mese del 2015. Questa performance porta la domanda complessiva di prestiti nel I Semestre 2016 a far segnare un +8,4% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente. Il dato risulta oltremodo confortante se si considera che anche i primi 6 mesi del 2015 avevano fatto registrare una variazione positiva.

“Il dato relativo ai primi sei mesi dell’anno in corso certifica la dinamica positiva della domanda di prestiti dopo il lungo periodo di debolezza che ha condizionato pesantemente la pianificazione finanziaria e i progetti di spesa delle famiglie, specie per i beni e i servizi di importo più consistente, tipicamente sostenuti da un finanziamento –illustra Simone Capecchi, Executive Director di CRIF -. D’altro canto il progressivo recupero dei consumi è favorito dal miglioramento della fiducia degli italiani, da più distese condizioni del mercato del lavoro nonché da un’offerta da parte degli istituti di credito più favorevole rispetto al passato”.

Entrando maggiormente nel dettaglio, l’analisi prodotta da CRIF mette anche a confronto l’andamento della domanda di prestiti finalizzati con quella di prestiti personali. In generale, nei primi sei mesi dell’anno in corso il numero di richieste di prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi (quali autoveicoli e motocicli, arredo, elettronica ed elettrodomestici, viaggi, spese mediche, palestre, ecc.) hanno fatto segnare una crescita del +13,1% rispetto al corrispondente periodo del 2015.

Relativamente ai prestiti personali, prodotto che per la sua specificità prevede mediamente importi più elevati e durate più lunghe, la domanda ha invece fatto registrare un +3,1%, grazie all’accelerata nel secondo trimestre (+6,5%).

L’ultima rilevazione del Barometro CRIF evidenzia come per i prestiti finalizzati, sostenuti in particolare dalla positiva dinamica del settore automotive, l’importo medio richiesto nei primi sei mesi del 2016 sia risultato pari a 5.533 Euro (+8,4% rispetto allo stesso periodo del 2015) mentre per i prestiti personali il valore si sia assestato a 12.452 Euro (+6,5%).

Il fatto che l’importo medio richiesto risulti in crescita per entrambe le forme tecniche dopo la lunga fase caratterizzata da un atteggiamento cauto da parte dei consumatori, attenti a scegliere soluzioni che pesassero il meno possibile sul reddito familiare, rappresenta un segnale indubbiamente confortante e certifica la crescente fiducia delle famiglie italiane verso il futuro. Relativamente alla distribuzione della domanda per fasce di importo, nei primi 6 mesi del 2016 la classe prevalente è risultata essere quella inferiore ai 5.000 Euro.

Per quanto riguarda invece la distribuzione per classi di durata, quella superiore ai 5 anni è risulta essere quella preferita dagli italiani, con una quota pari al 23,3% del totale.

In particolare nei prestiti finalizzati, la quota delle domande con durata inferiore ai 12 mesi si è attestata al 28,8% del totale (ma in calo di 3,7 punti percentuali rispetto al 2015). Nei prestiti personali, invece, è la fascia di durata superiore ai 5 anni a confermarsi la preferita dagli italiani, con una incidenza del 42,4% sul totale.

In relazione all’età dei richiedenti, infine, la rilevazione del Barometro CRIF evidenzia come nel periodo gennaio-giugno 2016 sia stata la fascia compresa tra i 45 e i 54 anni ad essere risultata quella prevalente, con una quota pari al 25,5% del totale.

“L’ultima rilevazione conferma il progressivo recupero della domanda di prestiti verso i livelli pre-crisi, riflettendo la ripresa dei consumi, specie di quelli di beni durevoli, da parte degli italiani, trainato da un maggior focus commerciale da parte dei lenders – conclude Capecchi –. D’altra parte, nel corso dell’ultimo anno gli indicatori di rischiosità del credito alle famiglie hanno mostrato una ulteriore riduzione rispetto alle precedenti osservazioni: la contrazione è risultata particolarmente significativa per i prestiti personali, anche per effetto della maggiore conoscenza della clientela affidata e della maggiore partecipazione del canale bancario. La rischiosità per questa forma tecnica è passata dal 3,7% di marzo 2015 al 2,9% di marzo 2016, posizionandosi sui livelli di rischio più contenuti degli ultimi due anni. I prestiti finalizzati stanno invece mostrando andamenti meno marcati ma anch’essi in contrazione, con un calo del tasso di default di 0,3 punti percentuali rispetto a marzo 2015”.

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