Sace, riparte l’iter per la quotazione

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È l’assist atteso per far ripartire la strada della quotazione di Sace arenatasi proprio sul tema della garanzia statale a supporto di alcune attività del gruppo. Così, nelle pieghe del decreto competitività, è spuntata una norma di carattere generale che dovrà poi essere dettagliata attraverso un decreto del presidente del Consiglio, su proposta del Mef e di concerto con lo Sviluppo economico (da emanarsi entro trenta giorni dall’entrata in vigore del provvedimento) – nel quale sarà definito l’ambito di applicazione della garanzia -, e, soprattutto, una convenzione tra il Mef e la stessa Sace (la deadline è fissata, in questo caso, entro 45 giorni dall’entrata in vigore della disposizione) che disciplinerà lo svolgimento dell’attività assicurativa per rischi non di mercato.
Uno step necessario in vista dell’apertura del capitale a soci terzi. Il perché lo aveva ben spiegato l’ad del gruppo assicurativo-finanziario, Alessandro Castellano, qualche mese fa illustrando i risultati 2013. «Tutti i paesi Ocse e non hanno le garanzie dei governi per le operazioni “non-marketable” regolate da accordi internazionali». Con un occhio a ciò che succede oltreconfine e con l’altro alla quotazione (sembrerebbe essere questa ormai la strada scelta), si pone quindi per Sace la necessità di individuare una garanzia “specifica” dello Stato tarata su particolari settori dove il gruppo rischia di essere sovraesposto e di avere difficoltà, in un’ottica privatistica, a garantire ulteriori operazioni. Il meccanismo fa sì che la garanzia – collegata a un fondo ad hoc con una dotazione iniziale di 100 milioni per il 2014 – non opererà sull’intera operazione ma a copertura di eventuali perdite eccedenti le soglie (cosiddette soglie di attivazione e di disattivazione) e fino a un ammontare massimo di capacità, compatibile con i limiti globali degli impegni assumibili in garanzia. Quest’ultima potrà intervenire rispetto a operazioni riguardanti settori strategici per l’economia o società di rilevante interesse nazionale per occupazione, fatturato o impatto sull’economia. Chiaro il riferimento, tra le righe, anche a Fincantieri e alla crocieristica (uno dei settori in cui è più concentrata l’attività di Sace, il 10,6% dell’esposizione totale a fine 2013): la norma farà così da sponda anche alla quotazione del gruppo triestino.
La macchina per valorizzare Sace è quindi pronta al riavvio. In verità, gli advisor (Socgen per Cdp, Goldman Sachs per Sace) hanno continuato a lavorare in queste settimane, mentre Bain & Company sta ultimando il piano industriale. E, intanto, l’omologa francese Coface è vicina al rientro in Borsa: l’offerta (80 milioni di azioni messe in vendita dalla controllante), si chiuderà il 25 giugno.

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