Il I semestre 2016 ha visto un ulteriore crescita del numero di richieste di nuovi mutui

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Tuttavia, il mese di giugno si è caratterizzato per un inaspettato ritorno del segno negativo dopo 35 mesi consecutivi di performance positive, con una contrazione pari a -4,6% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente (valore ponderato, a parità di giorni lavorativi), che però – va sottolineato – si caratterizzava per una crescita estremamente significativa.

Di seguito sono riportate nel dettaglio le variazioni percentuali mensili relative alle domande di mutui e surroghe raccolte dagli istituti di credito e contribuite in EURISC, il Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF che raccoglie i dati relativi ad oltre 78 milioni di posizioni creditizie.
Per altro, se si confronta il I semestre del 2016 con lo stesso periodo degli anni precedenti emerge ancora un piccolo gap da colmare rispetto al 2010, prima che la crisi economica raffreddasse l’interesse delle famiglie nei confronti dell’investimento sulla casa.

Per quanto riguarda l’importo medio richiesto, l’ultima rilevazione del Barometro CRIF registra segnali incoraggianti. Nello specifico, nel mese di giugno appena concluso il valore medio richiesto si è attestato a 122.992 Euro, superiore (seppur di poco) a quello registrato nel corrispondente mese dell’anno precedente (quando era risultato pari a 122.671 euro).

Più in generale, però, nei primi sei mesi dell’anno in corso sembra essersi arrestato il trend di costante contrazione che aveva caratterizzato il comparto: l’importo medio richiesto è infatti risultato pari a 122.519 Euro, sostanzialmente in linea con quello del corrispondente periodo dell’anno precedente(-0,5%).

Si vedrà nei prossimi mesi se si è raggiunta un nuovo punto di equilibrio o se si assisterà all’inizio di una fase di discontinuità. Se si considera che a giugno 2010 l’importo medio richiesto era stato pari a 140.104 Euro, nell’immediato sembra però difficile un ritorno agli importi degli anni pre-crisi.

Relativamente alla distribuzione delle richieste per fasce di importo, nei primi sei mesi del 2016 le preferenze degli italiani si sono nuovamente concentrate nella classe compresa tra 100.000 e 150.000 Euro, con una quota pari al 29,4% del totale.

Nel complesso quasi 4 domande su 5, il 78,1% del totale per la precisione, presentano un importo inferiore ai 150.000 Euro.

Per quanto riguarda la distribuzione della domanda di mutui per classe di durata, invece, ancora una volta è quella compresa tra i 16 e i 20 anni ad essere risultata la preferita dalle famiglie italiane, con una quota pari al 23,6% del totale, seguita a ruota dalla fascia tra i 21 e i 25 anni, con il 20,7%.

Anche in questo caso, il fatto che le famiglie si orientino prevalentemente su piani di rimborso lunghi va letto come la necessità di adottare soluzioni in cui la rata mensile incida nel modo più lieve possibile sul bilancio familiare.

Osservando infine la distribuzione della domanda di mutui in relazione all’età del richiedente, l’ultimo aggiornamento del Barometro CRIF mette in evidenza come anche nel mese di giugno si riscontri una maggior concentrazione nella fascia di età compresa tra i 35 e i 44 anni, con una quota pari al 36,1% del totale. Come prevedibile, complessivamente circa 2/3

“Nel corso dell’ultimo anno gli indicatori di rischiosità del credito alle famiglie hanno mostrato una ulteriore riduzione rispetto alle precedenti osservazioni, con il tasso di default a 180 giorni che a marzo 2016 per il comparto mutui si è collocato all’1,5%, il livello più basso osservato negli ultimi 4 anni – commenta Simone Capecchi, Executive Director di CRIF -. Questo sta contribuendo a rendere più fluida l’offerta da parte degli istituti di credito a sostegno della ripresa del mercato immobiliare, ancora caratterizzato da favorevoli condizioni di acquisto”.

“Vedremo quindi nel corso della seconda metà dell’anno se ci saranno nuove e ulteriori iniziative sul fronte dell’offerta di credito (ad es. innalzamento dell’LTV) e/o degli stimoli al mercato (agevolazioni fiscali) volte a dare un aggiuntivo, e definitivo, impulso al settore dei mutui casa. Gli istituti di credito dovranno comunque lavorare alla costruzione di un’offerta innovativa del prodotto mutui che non potrà prescindere da un presidio sempre maggiore dei canali digitali e da una forte attenzione alla customer experience, senza tralasciare il governo del rischio dell’operazione per evitare un veloce ritorno al recente passato” – conclude Capecchi.

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