Spesometro, scadenza rinviata al 31 gennaio 2013

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Continua a slittare lo Spesometro, strumento per la lotta all’evasione fiscale creato dal governo ormai quasi un anno fa e inserito nel decreto legge sulle semplificazioni fiscali. Quello che era noto come Spesometro 2012, strumento in mano al Fisco per scovare i furbetti attraverso l’analisi delle loro spese, dovrà trasformarsi in Spesometro 2013 visto che il termine per la comunicazione degli istituti finanziari è stato prorogato, per l’ennesima volta, al 31 gennaio 2013.
Scadeva infatti il 15 ottobre 2012 il termine per la comunicazione, da parte degli operatori finanziari, dei dati delle operazioni rilevanti ai fini Iva di importo non inferiore a 3.600 euro, relative al periodo dal 6 luglio al 31 dicembre 2011, in cui l’acquirente è un consumatore finale che ha pagato con carta di credito, di debito o prepagata. Oggi l’Agenzia delle Entrate si è premurata di comunicare l’ennesimo slittamento, che a quanto pare nasce ancora una volta “dall’esigenza di mettere a punto gli accorgimenti tecnici necessari, fornendo più tempo agli operatori finanziari”. Chi sa perché invece i commercianti questo tempo non l’hanno avuto.
Lo Spesometro 2012, per chi ancora non lo conoscesse, è uno strumento analitico che consentirà al Fisco di costruire una mappa dello shopping degli italiani, in modo da potere rilevare eventuali scostamenti significativi tra i comportamenti e il tenore di vita dei contribuenti e i loro effettivi redditi dichiarati. I dati verranno immagazzinati nelle memorie dei maxi computer dell’amministrazione tributaria, dove un complesso sistema riuscirà a rilevare ogni discrepanza, senza alcuna possibilità di errore (almeno sulla carta).
La domanda è: da dove verranno presi i dati sugli acquisti dei contribuenti? Semplice, perché per la prima volta nella storia fiscale del nostro Paese saranno proprio gli esercenti a dover comunicare all’Agenzia delle Entrate i dati delle vendite effettuate con il codice fiscale dell’acquirente, qualora il valore dell’operazione superi i 3.600 euro. Un sistema asettico per scovare coloro che dichiarano meno di quanto dimostrato con il loro tenore di vita, quegli evasori che il Presidente della Repubblica ha di recente definito “indegni dell’Italia”.
Lo Spesometro 2012 agirà su due fronti: da un lato consentendo all’Agenzia delle Entrate di individuare chi spende cifre superiori a quelle che si potrebbe aspettare dalla dichiarazione dei redditi. Qualora venisse evidenziato uno scostamento oltre il 20% potrà scattare l’accertamento, garantendo comunque al contribuente le necessarie tutele. Il contribuente sarà infatti invitato a fornire le sue giustificazioni sulle spese, visto che potrebbe aver finanziato le spese con risparmi, sbloccando investimenti o con un prestito.
Dall’altro lato, questo strumento dovrebbe servire nella lotta culturale alla prevenzione dell’evasione, lavorando in questo senso in cooperazione con il nuovo Redditometro 2012 che dovrebbe essere pronto entro giugno. Il software permetterà di sapere qual è il reddito atteso dal fisco basandosi su alcuni parametri relativi al tenore di vita, inducendo quindi i cittadini ad adeguarsi in maniera più o meno spontanea. Per la partenza dello Spesometro 2012 si prevede una doppia scadenza.
Differiscono le date per coloro che devono comunicare i dati relativi agli acquisti degli italiani. Da un lato troviamo i commercianti, che hanno inviato i dati del secondo semestre 2011 sopra 3.600 euro entro il 30 prile, scadenza che riguarda anche le imprese e i professionisti che dovranno segnalare tutte le fatture da 3mila euro in su emesse nei confronti delle altre partite Iva, anche se l’agenzia delle Entrate ha consentito con il comunicato dello scorso 5 aprile di inviare anche le operazioni sotto soglia. Dall’altro invece ci sono gli istuti finanziari che hanno emesso carte di credito, bancomat e prepagate, cui sarà dato più tempo per la comunicazione delle spese tramite carta elettronica, spostata quindi al 31 gennaio 2013.

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