Un’altra seduta in pesante rosso per le Borse europee
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Preoccupate da un rallentamento dell’economia cinese e dagli sbalzi di prezzo nel settore delle materie prime. Il Ftse MIB cede lo 0,64%, riducendo pero’ le perdite iniziali. Anche gli altri listini europei ora lasciano sul campo meno di un punto percentuale.

Intanto continua il tracollo di Glencore, gruppo anglo australiano operativo nelle attività di trading di commodities. Il rafforzamento del dollaro punisce gli esportatori asiatici, giapponesi in particolare, con lo yen che si è riportato sotto quota 120 nei confronti del biglietto verde.

In Asia Tokyo cede il 4% scendendo sottoi livelli minimi toccati durante il famigerato Black Monday. L’indice di volatilità Vix ha fatto un altro balzo, salendo sopra quota 33.

L’azionario australiano è anch’esso in caduta libera, colpito dalla pioggia di vendite abbattutasi sul settore minerario.

Hong Kong accusa un calo del 3% circa e Shanghai del 2%. I mercati sono scivolati ai minimi di tre anni mezzo, penalizzati dalle paure di un rallentamento della Cina e delle altre economie in via di Sviluppo.

Il colosso anglo australiano Glencore continua a depauperare il valore in mano agli azionisti. Ormai quasi nove decimi se ne sono andati dall’Ipo di quattro anni fa. Si teme un crac delle finanze dovuto a un ulteriore calo delle materie prime.

Goldman Sachs ha detto che basterebbe un ribasso del 5% del valore delle commodities per far perdere il giudizio di investment grade al gruppo. In quel caso il fallimento sarebbe assicurato e vista l’importanza che il desk di trading di Glencore ha per il commercio di materie prime sui mercati, si rischia un effetto domino e una spirale recessiva deflativa.

Sul valutario dollaro sotto pressione contro le principali concorrenti. L’euro sale a 1,1270 sul biglietto verde, e scivola dello 0,08% a 1,0938 sul franco svizzero. Sulla sterlina il rapporto è ora di 0,7430 (per un rialzo dello 0,23%) mentre il dollaro scende rispetto allo yen a 119,68 (-0,26%).

In ambito di materie prime, i futures sul petrolio Wti avanzano dello 0,11% a 44,50 dollari al barile: I contratti sul Brent londinese guadagnano lo 0,57% a 47,6 dollari al barile. L’oro fa -0,42% a 1.127,15 dollari l’oncia. In flessione anche i prezzi dell’argento (-0,3% a 14,56 dollari).

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